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Novità sul fronte internazionalizzazione: il Sostegni Bis rifinanzia Simest
Per contrastare la crisi che, a più di un anno dall’inizio della pandemia, ha portato a una recessione globale senza precedenti, la ricetta per rilanciare l’economia italiana passa attraverso due driver fondamentali: internazionalizzazione e innovazione.
Per ridare slancio agli investimenti occorre quindi fornire sostegno all’export e all’internazionalizzazione e gli strumenti Sace-Simest hanno dato un valido supporto alle imprese che hanno, anche in questa fase, deciso di investire all’estero.
Ricordiamo brevemente le misure Simest:
- patrimonializzazione: per il miglioramento o mantenimento di predeterminati livelli di solidità patrimoniale al fine di rafforzare le imprese esportatrici;
- partecipazione a fiere internazionali, mostre e missioni di sistema: per promuovere la partecipazione delle imprese e del loro business a eventi internazionali;
- inserimento mercati esteri: per agevolare l'apertura di strutture commerciali permanenti all'estero;
- Temporary Export manager: per supportare l'inserimento temporaneo di figure professionali specializzate in azienda;
- E-Commerce: per lo sviluppo di soluzioni e-commerce attraverso l'utilizzo di un market place o di piattaforme informatiche sviluppate in proprio;
- Studi di Fattibilità: per studi collegati sia a investimenti commerciali che produttivi;
- Programmi di assistenza tecnica: per la formazione del personale nelle iniziative di investimento.
Il Governo Draghi con il Dl Sostegni Bis ha deciso di rifinanziare le misure a sostegno dell’internazionalizzazione di Sace-Simest con 1,6 miliardi. Di questi, 1,2 miliardi sono destinati direttamente al Fondo 394/81 SIMEST, che eroga crediti agevolati a sostegno dell’internazionalizzazione, ed i restanti 400 milioni vanno al Fondo per la promozione integrata, istituito dall’art.72 del Dl Cura Italia (Dl n. 18/2020 convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020 n.27) che assicura la quota a fondo perduto.
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L’art. 11 del decreto porta con se novità ma anche molte incertezze, emerse ancor a dire il vero ben prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Il nodo principale è dato dalla componente a fondo perduto, concessa dal Fondo per la promozione integrata, che nel Dl Sostegni Bis è stata ridimensionata passando dal 50 al 25% per il 2021 per poi stabilizzarsi al 10% dopo il 31/12/2021. Il fondo perduto quindi rimane ma non per tutte le misure. Secondo quanto riportato nell’art.11, la misura della patrimonializzazione, uno degli strumenti più apprezzati di Simest, non potrà più beneficiare del fondo perduto.
La motivazione alla base del taglio delle aliquote, e dell’esclusione della patrimonializzazione dal fondo perduto, secondo la relazione illustrativa del Decreto, è da ricercarsi nella scarsità di risorse disponibili e l’elevata appetibilità delle misure. Questi interventi sono stati posti in essere al fine di evitare una nuova sospensione dello sportello come accaduto ad ottobre 2020, quando il Comitato Agevolazioni, istituito presso SIMEST, ha dovuto sospendere la ricezione di domande di finanziamento per esaurimento delle risorse finanziarie disponibili a causa dell’elevato numero di richieste ricevute da parte delle imprese.
Il Decreto ha quindi istituito un regime transitorio in vigore fino al 31/12/2021, in virtù del quale è prevista la riduzione della quota a fondo perduto concessa dal 50% al 25%, con l’ulteriore riduzione della soglia di percentuale massima del contributo al 10% a “regime”. Secondo quanto riportato nell’art.11, inoltre, il cofinanziamento a fondo perduta sarà concesso “a fronte di iniziative caratterizzate da specifiche finalità o in settori o aree geografiche ritenuti prioritari, secondo criteri selettivi e modalità stabiliti con una o più delibere del Comitato Agevolazioni”. L’introduzione di criteri selettivi, utili a selezionare le idee progettuali più meritevoli e assicurare maggiore efficacia ed efficienza agli strumenti, dalla lettura dell’art.11 e della relazione illustrativa, parrebbe valere solo a “regime” e quindi successivamente il 31/12/2021. Se così non fosse le aziende correrebbero il rischio di arrivare impreparate all’apertura dello sportello, confermata per il prossimo 3 giugno, e nell’impossibilità di presentare domanda.
Entrando nel merito dei criteri selettivi, ancora in fase di definizione da parte del Comitato Agevolazioni, dovranno essere allineati con gli obiettivi UE sulla transizione digitale e sostenibile. Questo è quanto riportato nelle schede tecniche del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza. In buona sostanza anche i progetti di internazionalizzazione delle aziende italiane dovranno essere più “digital” e “green”.
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