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Bonus Formazione 4.0
Il Credito d’imposta formazione 4.0 è la principale misura che le imprese hanno a disposizione per stimolare gli investimenti delle imprese nella formazione del personale sulle tecnologie rilevanti per la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese. Per il 2020 per le piccole imprese, il credito d’imposta è attribuito nella misura del 50% delle spese ammissibili, con un limite massimo annuale di euro 300.000; per le medie imprese il credito d’imposta è attribuito nella misura del 40% delle spese ammissibili, con un limite massimo annuale di euro 250.000; per le grandi imprese il credito d’imposta è attribuito nella misura del 30% delle spese ammissibili, con un limite massimo annuale di euro 250.000. La misura del credito d’imposta è comunque aumentata per tutte le imprese, fermi restando i limiti massimi annuali, al 60% nel caso in cui i destinatari delle attività di formazione ammissibili rientrino nelle categorie dei lavoratori dipendenti svantaggiati o molto svantaggiati, come definite dal decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali 17 ottobre 2017.
Secondo l’attuale disciplina dettata dai commi 210-207 della legge di Bilancio 2020, ai fini del calcolo del beneficio rileva il costo aziendale del personale dipendente impegnato nelle attività di formazione 4.0 sia come “discente” che come “docente” o “tutor”, limitatamente alle ore o alle giornate di formazione. Per il personale dipendente “docente” o “tutor” è previsto un limite massimo di spesa ammissibile pari al 30% della relativa retribuzione complessiva annua.
In base alle prime anticipazioni, nel 2021 verrebbe eliminato tale tetto massimo del 30%: ai fini del calcolo del beneficio sarebbe quindi considerato rilevante anche tutto il costo aziendale del personale dipendente “discente” o “tutor”. Per rafforzare l’interesse sullo strumento, il Mise vorrebbe ampliare il ventaglio delle spese ammissibili, includendo il costo per i formatori e altri eventuali costi connessi alla formazione.
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Questa misura è inoltre cumulabile con altri finanziamenti per la formazione che le imprese possono avviare da subito per aggiornare le competenze dei lavoratori. Ad esempio ricorrendo ai Fondi Interprofessionali, che a loro volta hanno lo scopo di promuovere e diffondere la formazione aziendale continua dei lavoratori. La crescita delle competenze professionali dei propri dipendenti, infatti, costituisce in questa complessa congiuntura una occasione imperdibile di rinnovamento delle imprese.
A queste opportunità si aggiunge la recentissima dotazione di risorse per il Fondo nuove competenze, istituito presso l'Anpal con la finalità di innalzare il livello del capitale umano, offrendo alle imprese l'opportunità di acquisire maggiori competenze e di dotarsi di nuovi strumenti, sostenendole nel processo di adeguamento ai nuovi modelli organizzativi e produttivi, anche in risposta all'emergenza epidemiologica. Anche questa dotazione di fondi ha lo scopo di incentivare la formazione dei dipendenti aziendali per svilupparne le competenze necessarie sui temi dell'automazione e digitalizzazione dei processi e della loro sostenibilità. Potranno accedere al fondo tutte le imprese private che abbiano stipulato entro il 31 dicembre 2020 accordi collettivi di rimodulazione dell'orario di lavoro per mutate esigenze organizzative e produttive dell'impresa, ai sensi dell'art. 88, comma 1 del dl 19 maggio 2020, n. 34, stabilendo che parte dell'orario di lavoro sia finalizzato alla realizzazione di appositi percorsi di sviluppo delle competenze del lavoratore. Sono pertanto finanziabili i costi delle ore di formazione e relativi contributi previdenziali e assistenziali dei lavoratori in formazione oggetto di accordo sindacale. Il contributo è cumulabile col conto formazione e i contributi previsti dai Fondi interprofessionali.
In ogni caso le imprese possono realizzare la formazione anche utilizzando canali digitali, ovvero piattaforme per la formazione on line o e-learning. Questa modalità consente di personalizzare l’organizzazione della formazione sulla base delle esigenze delle imprese e dei loro dipendenti, conciliando i tempi di fruizione in maniera flessibile adattandoli alle diverse sedi di lavoro determinate dallo smart working.
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