In arrivo “Industria 4.0 plus”

16 Giugno 2020

Quanto alla digitalizzazione, ormai indispensabile per essere competitivi e al passo con i tempi, l’Italia non risulta ancora pienamente performante: secondo il recente indice Desi 2020 - Digital Economy and Society Index -, elaborato dalla Commissione Europea, risultiamo 25° in Europa, collocandoci in una posizione migliore solo di Romania, Grecia e Bulgaria. Le imprese, tuttavia, sono sempre più digitalizzate, in particolare quelle più strutturate, di grandi dimensioni: il 38,5 % fa già affidamento su servizi cloud avanzati e il 32,7 % ha riferito di utilizzare l’analisi dei Big Data. La stragrande maggioranza delle PMI ancora non si avvale, però, di tali tecnologie digitali: infatti solo il 17 % utilizza servizi cloud e solo il 12 % l’analisi dei Big Data.

In quest’ottica, le politiche incentivanti per la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese risultano fondamentali.


Se nel testo del Decreto Rilancio è stato stralciato il capitolo sul potenziamento del Piano Transizione 4.0 (salva la proroga di sei mesi del super-ammortamento  e l’introduzione di un potenziamento del Credito d’imposta per gli investimenti in R&S nel Mezzogiorno, oltre che una maggiorazione per la ricerca commissionata a start up innovative agevolabile con il bonus R&S), il tema risulta tutt’altro che superato. Il Presidente del Consiglio dei Ministri Conte, nelle ultime ore, ha annunciato che “Oltre alla conferma di Industria 4.0, ci sarà una Industria 4.0 plus dedicata proprio alla digitalizzazione”, ribadendo che “Quello che serve ora al Paese è un vero e proprio Piano di rilancio. Abbiamo il dovere e la responsabilità di recuperare una visione strategica che vada oltre le misure immediate per superare la grave emergenza sanitaria ed economica, misure in parte già prese e in parte da implementare.” L’obiettivo è quello di redigere un piano concreto di rilancio per l’Italia per i prossimi anni, in cui protagonista sarà la digitalizzazione. Nel piano verranno convogliate e sistematizzate le istanze politiche e delle parti sociali, nonché del Piano Colao messo a punto negli ultimi giorni.

La task force di esperti in materia economica e sociale guidata da Colao ha elaborato un piano per “non sprecare una crisi”, trasformando i costi del rilancio in investimenti per il futuro; il piano fungerà da base su cui si svolgeranno gli Stati Generali. Su richiesta del Presidente del Consiglio dei Ministri, il Comitato ha redatto raccomandazioni relative a iniziative atte a facilitare, accelerare e a rafforzare la fase di rilancio post epidemia Covid-19. Tra gli “assi di rafforzamento” per la trasformazione del Paese figurano la Digitalizzazione e innovazione di processi, prodotti e servizi, nonché la rivoluzione verde.

Con riferimento al pacchetto Transizione 4.0, è sorprendente la proposta, ivi inclusa, del ritorno all’”età dell’oro” del super-ammortamento e dell’iper-ammortamento. In molti non hanno particolarmente apprezzato il cambio di paradigma introdotto dalla Legge di Bilancio 2020, che ha sostituito super ed iper-ammortamento con un meccanismo unico di crediti d’imposta. Acquisire dimestichezza con nuovi incentivi richiede un notevole sforzo, per taluni ingiustificato se si considera che lo stanziamento delle nuove misure copre il solo 2020, nonostante la Legge di Bilancio proclami una sottostante filosofia pluriennale.

Il Piano Colao propone di mettere la retromarcia ed “Incentivare l’innovazione tecnologica delle imprese con il ripristino e il potenziamento delle misure di super-ammortamento e iperammortamento previste da Industria 4.0 prevedendo una durata pluriennale degli incentivi (5 anni). Inoltre, aumentare i limiti per gli investimenti previsti per i crediti R&D, ampliare il regime del patent box a ulteriori beni immateriali e incrementare il beneficio previsto (anche ai fini di incentivare il re-shoring ad alto valore aggiunto)”. Più nel dettaglio, le specifiche azioni proposte sono:

  • Ripristino integrale e potenziamento di iper-ammortamento (incremento del 150%-200% del costo di acquisto) e super-ammortamento (incremento del 40%-60% del costo di acquisto). Entrambe le agevolazioni devono intendersi come incremento del costo ammortizzabile e non come credito di imposta (e senza limite massimo).
  • Per consentire la programmazione di un piano organico di investimenti si dovrà prevedere un’adeguata durata pluriennale del periodo di validità degli incentivi (almeno 4/5 anni).
  • Possibilità di decidere autonomamente il periodo di iper/super-ammortamento (ammortamento accelerato).
  • Applicazione dell’aliquota prevista per l’iper-ammortamento in relazione agli investimenti in software individuati nell’Allegato B annesso alla Legge di Bilancio 2017 (da integrare, ove necessario, per ricomprendere qualsiasi software/programma in ambito digitale e di A.I.) a prescindere dall’acquisto di beni materiali iperammortizzabili.
  • Introduzione di forme semplificate di interpello con il MISE per risolvere problematiche applicative legate alla natura dei costi o delle attività agevolabili.

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Intanto è ancora viva la speranza di giungere alla proroga e al potenziamento del Piano Transizione 4.0 nell’ambito della Legge di conversione del Decreto Rilancio. Sono numerosissimi, infatti, gli emendamenti proposti in tal senso da più parti politiche.  Non è nemmeno da escludersi un emendamento governativo che riporti in auge le ultime proposte del Ministero dello Sviluppo Economico, che non sono state poi cristallizzate nel Decreto.

In particolare, il Ministro Patuanelli aveva suggerito l’effettiva stabilizzazione al triennio del Piano.

Attualmente l’incentivo per l’acquisto dei beni strumentali scade a dicembre 2020, con possibilità di code degli investimenti nel primo semestre 2021, se l’agevolazione viene prenotata nel 2020.

Inoltre, il Ministro aveva proposto un incremento delle aliquote incentivanti. Per quanto concerne i beni strumentali, era stato previsto un credito d’imposta per i beni strumentali “ordinari”, non 4.0, al 10% (in luogo dell’attuale 6%), con aliquota maggiorata al 15% per gli “investimenti in strumenti e dispositivi tecnologici destinati dall’impresa alla realizzazione di forme di lavoro agile“.

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