Ampliamento e/o riconversione dell’attività per la fornitura di dispositivi medici e DPI: incentivi sino al 100% delle spese

10 Aprile 2020

Per produrre in Italia mascherine e dispositivi medici contro il Coronavirus, dal 26 marzo è operativo “#CuraItalia Incentivi”, un incentivo gestito da Invitalia. In particolare, la misura sostiene le imprese che ampliano e/o riconvertono l’attività finalizzandola alla produzione di dispositivi medici e/o di dispositivi di protezione individuale (DPI) certificati per il contenimento ed il contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID-19.


Si tratta di un aiuto di Stato, autorizzato in meno di 48 ore dalla Commissione europea, dopo che il Ministero dello Sviluppo economico aveva immediatamente notificato all’Unione europea la misura introdotta dal Decreto Cura Italia (DL 17 marzo 2020, n. 18), in modo da consentirne un veloce utilizzo. 

 

L’agevolazione, operativa grazie all’ordinanza 4/2020, ha registrato un notevole successo. Il bando consta di una procedura a sportello, che implica che le domande verranno analizzate in itinere, in  base all’ordine cronologico di presentazione e, se ritenute valide, otterranno subito il finanziamento. Sono 503 le domande presentate alle 13.30 del 9 aprile, di cui 50 già approvate per un totale di 16.918.566 euro di agevolazioni concesse, 139 con valutazioni in corso, 311 valutate con invio di motivi ostativi e 3 non ammesse.

Delle 50 approvate, 28 implicano la riconversione dell’unità produttiva, mentre 22 l’ampliamento della capacità produttiva già esistente, in ogni caso, allo stato attuale residuano ancora fondi in misura cospicua, inoltre, il Mi.S.E. ha anticipato la concreta possibilità di integrare l’attuale dotazione finanziaria con altre risorse.

Colpisce la distribuzione geografica delle domande approvate: se 18 domande sono ascrivibili a Regioni del nord Italia (Lombardia in testa con 10 domande; Emilia-Romagna con 5 e Veneto con 3), 32 sono le domande provenienti da imprese ubicate nel Centro Sud (5 in Abruzzo, Campania, e Umbria; 4 nelle Marche, in Puglia ed in Toscana; 1 in Basilicata, in Lazio ed in Sardegna).


La dimensione del progetto di investimento può variare da 200.000 euro a 2 milioni di euro. Sono agevolabili anche le spese sostenute prima della presentazione della domanda, ma dopo la pubblicazione del Decreto Cura Italia (17 marzo).


La massima agevolazione conseguibile (in termini di ESL) è 800.000 euro.


E’ previsto un mutuo agevolato a tasso zero a copertura del 75% del programma di spesa, rimborsabile in 7 anni.


Il 2 aprile, mentre la disciplina agevolativa era in corso, sono giunti importanti aggiornamenti recanti buone notizie per le imprese che intendono accedere all’incentivo. Per il 25% del programma di spesa non coperto, è possibile ricorrere ai finanziamenti di Mediocredito Centrale, che sono complementari agli incentivi #CuraItalia. L’integrazione avviene grazie alla concessione di un finanziamento erogato a tasso variabile e con durata massima di 84 mesi, comprensiva di eventuale periodo di preammortamento, purché i richiedenti abbiano già presentato domanda a Invitalia per #CuraItalia Incentivi, operino in regime di contabilità ordinaria e siano costituiti in forma società di persone o di capitali (sono dunque escluse ditte individuali e le partite IVA).


E’ previsto un anticipo del 60% della spesa senza garanzie, al momento dell’accettazione del provvedimento di ammissione alle agevolazioni. Il saldo arriverà a conclusione degli investimenti.


Il mutuo agevolato può trasformarsi in fondo perduto in funzione della velocità di intervento:

100% di fondo perduto se l’investimento si completa entro 15 giorni

50% di fondo perduto se l’investimento si completa entro 30 giorni

25% di fondo perduto se l’investimento si completa entro 60 giorni

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