Incentivi 2021 = Transizione 4.0 + Impresa 4.0 Plus

6 Luglio 2020


La guerra al Covid è in atto non solo negli ospedali e nei laboratori di ricerca, ma anche sui tavoli di politica economica che, prendendo atto delle profonde ferite subite dal sistema imprenditoriale, sono chiamati ad individuare le cure più efficaci; queste ultime sembrano ormai trovare definitiva concretezza.

Partendo dai dati, nel bimestre marzo-aprile 2020, oltre il 70% delle imprese ha registrato una perdita di fatturato rispetto allo stesso periodo del 2019, con una significativa quota di imprese (il 41,4%) che lo ha visto più che dimezzarsi; il 42,6% delle imprese ha dovuto chiedere un nuovo debito bancario. È quanto emerge da un’analisi condotta dall’Istat tra l’8 e il 29 maggio 2020. La liquidità è l’emergenza più pressante che le aziende si sono trovate a dover affrontare: il 51,5% di esse prevede una mancanza di liquidità per far fronte alle spese che da sostenere sino alla fine del 2020, mentre il 38% ravvisa rischi di sostenibilità della propria attività. Quasi la metà del campione (il 42,8%) ha fatto richiesta di almeno una delle misure di sostegno contenute nei decreti Liquidità (come i micro prestiti garantiti) e Rilancio. Gli imprenditori che hanno deciso di passare al contrattacco, hanno puntato sull’accelerazione della transizione digitale e su un maggiore utilizzo di connessioni virtuali verso l’interno e l’esterno.

Inoltre non sorprende che, in tre mesi, tra marzo e maggio 2020 sono state costituite 44.090 imprese in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il calo delle iscrizioni al registro delle imprese è pari al 42,8%; è stato rilevato dal Centro Studi delle Camere di Commercio e reso noto da Unioncamere. Secondo il Presidente di Unioncamere Carlo Sangalli “Spingere l’acceleratore sulla digitalizzazione delle imprese e sull’adozione delle tecnologie 4.0 porterebbe un incremento di oltre un punto e mezzo di Pil nel breve termine”.

Il leitmotiv di ogni valutazione è la digitalizzazione, il cui mercato ha chiuso il 2019 in crescita del 2,1%, mentre quest’anno si prevede un calo del 3,1%, nonostante sia inconfutabile la resilienza del settore in virtù del ruolo cruciale svolto dalle tecnologie durante il lockdown. I dati sono contenuti nella 51esima edizione del Rapporto AnnualeIl Digitale in Italia”, presentato da Anitec-Assinform, l’associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende dell’ICT. Nonostante l’incertezza delle prossime congiunture macroeconomiche, al momento si stima una ripresa del 3,7% per il prossimo anno, per un valore che potrebbe anche essere superiore a quello del 2019, anche grazie al “massiccio finanziamento per la digitalizzazione delle imprese” derivante dal rafforzamento del Piano Transizione 4.0 e l’avvento di “Impresa 4.0 Plus”.

Interessanti sono inoltre i dati dell’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano che, lo scorso 18 giugno, ha presentato il suo nuovo Report sul settore 4.0. Il mercato italiano dell’Industria 4.0 nel 2019 aveva raggiunto un valore di 3,9 miliardi di euro, in crescita del 22% rispetto all’anno precedente, e quasi triplicato in 4 anni. Per il 2020, originariamente si prevedeva una crescita in linea con il trend 2019, con un incremento compreso tra il 20 e il 25%; dopo la pandemia le previsioni oscillano da uno scenario ottimistico di chiusura dell’anno quasi in linea con il budget iniziale a uno pessimistico di contrazione del fatturato 4.0 nell’ordine del 5-10%. Marco Taisch, responsabile scientifico dell’Osservatorio Industria 4.0 ha sottolineato che “le imprese che avevano già investito in precedenza ne hanno tratto grande beneficio, ma questa è una occasione per tutte per compiere un passo avanti nel digitale. In questo senso è positivo l’impegno del Governo nel dare stabilità al piano Transizione 4.0”.

E’, pertanto, tempo di incentivi per sostenere la transizione digitale. Secondo i dati dell’Osservatorio, quasi un terzo delle imprese (31%) chiede il ritorno al super ed iper ammortamento, ossia la reviviscenza del Piano Impresa 4.0, che ha preceduto il Piano Transizione 4.0, reso operativo dalla Legge di Bilancio 2020. Tale opzione risulta, peraltro, sostenuta anche dall’ideatore del piano Industria 4.0, Carlo Calenda, che propone il ripristino integrale dell’iper ammortamento e del super ammortamento, con aliquote indifferenziate per dimensione degli investimenti, ed estensione ad almeno tre anni del periodo di validità degli incentivi. Calenda caldeggia altresì il ripristino e rafforzamento di tutti gli altri elementi del Piano originario; l’inclusione tra gli investimenti ammessi nel Piano Impresa 4.0 di quelli legati all’economia circolare, alla decarbonizzazione, all’innovazione ambientale e alle tecnologie abilitanti lo smart working. Si tratta di una proposta d’impatto, assonante rispetto a quella contenuta nel Piano Colao.

Tra le misure di “Progettiamo il rilancio”, ossia il documento di lavoro sottoposto dal Governo alle parti sociali per condividere un piano di riforme in grado di sollecitare la ripresa del Paese, sul fronte dell’innovazione, vi sono, invece:

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