235 miliardi per il futuro dell’Italia

12 Maggio 2021


Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è stato inviato dall’Italia alla Commissione europea dopo essere stato approvato dal Consiglio dei ministri il 29 aprile. Il documento, elaborato dal governo Draghi e lungo 270 pagine, è infatti stato caricato sulla piattaforma digitale di Bruxelles dei Recovery plan dei Paesi membri.

Il documento elaborato dal governo contiene un dettagliato resoconto delle riforme che l’Italia intende avviare, da qui al 2026, per contrastare la crisi provocata dalla pandemia da coronavirus.

Come indicato nel testo del PNRR italiano, l’Italia è la prima beneficiaria, in valore assoluto, dei due principali strumenti del NGEU: il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF) e il Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa (REACT-EU). Il solo RRF garantisce risorse per 191,5 miliardi di euro, da impiegare nel periodo 2021- 2026, delle quali 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto. L’Italia intende inoltre utilizzare appieno la propria capacità di finanziamento tramite i prestiti della RRF, che per il nostro Paese è stimata in 122,6 miliardi. Le risorse del REACT-EU per l’Italia ammontano a 13 miliardi di euro.

Fondi a cui si aggiungono i 30,6 miliardi del fondo complementare, finanziato attraverso lo scostamento pluriennale di bilancio approvato nel Consiglio dei ministri del 15 aprile, per una dotazione complessiva di 235,14 miliardi. L’Italia potrà disporre delle risorse fino al 2026, data entro cui il Pil nazionale, secondo le previsioni del Governo, sarà di 3,6 punti percentuali più alto rispetto allo scenario di base. Palazzo Chigi ha definito il PNRR un “intervento epocale”, il piano, infatti, include un corposo pacchetto di riforme suddiviso in sei missioni.

Come si legge nel documento, le missioni del Piano sono: 

  • digitalizzazione,
  • innovazione, 
  • competitività e cultura; 
  • rivoluzione verde e transizione ecologica; 
  • infrastrutture per una mobilità sostenibile; 
  • istruzione e ricerca; 
  • inclusione e coesione; 
  • salute.

Le risorse RRF sono così ripartite: per “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura”....


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