Un utile sistema di autodiagnosi per individuare il proprio RATING e gestire al meglio gli aspetti finanziari

25 Gennaio 2024


L’analisi e la pianificazione finanziaria sono il filo conduttore di alcune recenti normative: le linee guida EBA-Lom (Guidelines on Loan Origination and Monitoring), relative alla concessione e al monitoraggio dei prestiti alle imprese, e il Nuovo Codice della Crisi di Impresa e dell’Insolvenza (CCII), i quali mettono al centro dell’attenzione la necessità di un’adeguata informativa economico-finanziaria, storica e prospettica, da parte dell’impresa.

In questo contesto, le Lom di EBA richiedono alle banche una valutazione del merito creditizio che includa il calcolo del rating/scoring di controparte, ai fini della concessione e monitoraggio dei finanziamenti.


Pertanto, per l’impresa è utile conoscere il proprio rating e, soprattutto, le logiche che sottendono al suo calcolo, per avere maggiore consapevolezza delle eventuali aree di miglioramento. Tuttavia, le banche solitamente non rivelano le modalità di calcolo e i pesi delle aree di indagine relativi al proprio modello di rating, anche per ragioni legate al proprio know-how interno: il modello di rating, infatti, è il fattore che, insieme ad altri, consente alla banca di valutare al meglio il merito creditizio della clientela e creare un vantaggio competitivo nella selezione del portafoglio clienti.


Il rating MCC

Uno strumento accessibile alle imprese è il modello di rating elaborato dal Fondo Centrale di Garanzia – MCC, che serve a calcolare la probabilità di inadempimento dei beneficiari della garanzia.


Il modello riprende, in parte, le logiche dei modelli di rating bancari e si basa su tre pilastri:

  1. un modulo economico-finanziario, che guarda prevalentemente ai dati di bilancio;
  2. un modulo andamentale, riconducibile ai dati della Centrale Rischi e dei Credit Bureau;
  3. un modulo relativo alla presenza di atti ed eventi pregiudizievoli (ad es. eventi di conservatoria, come ipoteche giudiziali o pignoramenti, a carico dell’impresa o dei soci con cariche rilevanti.

La combinazione di questi modelli restituisce una valutazione su una scala composta da 12 classi, ad ognuna delle quali è associata una probabilità di inadempimento (P.D., probabilità di default).


La nostra pluriennale esperienza derivante dall’attività di service sul Fondo di Garanzia-MCC a favore di alcune delle più importanti istituzioni finanziarie nazionali, ci induce a ritenere che il rating MCC sia uno strumento utile all’impresa per:

  • conoscere le logiche di fondo utilizzate dal sistema bancario durante il processo di concessione del credito;
  • avviare delle riflessioni sui valori conseguiti dall’impresa, al fine di analizzare eventuali scostamenti dalle soglie indicate e intraprendere le opportune azioni per mantenere o migliorare la valutazione dell’impresa;
  • avere maggiore consapevolezza circa la propria situazione economico-finanziaria, anche al fine valutare la coerenza delle condizioni applicate dalla banca in termini di pricing.


Il rating MCC, quindi, come elemento per valutare il posizionamento dell’impresa e che, però, deve essere inserito in un set documentale che comprenda anche:

  • l'analisi di bilanci storici (almeno l’ultimo triennio);
  • l’analisi della Centrale Rischi di Banca d’Italia;
  • la predisposizione di un budget di tesoreria;
  • la redazione, e la revisione periodica, del business plan;
  • la verifica, eventualmente, del rating sulla base dei principi di Basilea, sia in chiave storica che in chiave prospettica sulla base delle proiezioni economico-finanziarie del business plan;
  • l’analisi dei profili ESG dell’impresa, in relazione alla tassonomia UE introdotta dal Regolamento Europeo 2020/852


Warrant Hub è a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento ed eventuali approfondimenti sulla tematica, particolarmente significativa in questo periodo caratterizzato da continue variazioni di scenario.


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