Guida pratica al riversamento spontaneo del Credito d’Imposta R&S

30 Maggio 2025

Il contesto normativo e le novità recenti

Con il provvedimento del 19 maggio 2025, l’Agenzia delle Entrate ha approvato un nuovo modello per accedere alla procedura di riversamento spontaneo dei crediti d’imposta per attività di ricerca e sviluppo (R&S) utilizzati in modo indebito. La finestra per presentare le domande è stata riaperta e sarà possibile inoltrarle entro il 3 giugno 2025. Questa misura, introdotta dall’articolo 5 del Dl 146/2021 e recentemente modificata dal decreto-legge n. 25/2025, mira a offrire alle imprese una chance per regolarizzare la propria posizione, evitando sanzioni e interessi.


I crediti coinvolti in questa procedura sono quelli maturati nel periodo 2015–2019 e utilizzati indebitamente entro il 22 ottobre 2021. Le aziende che desiderano usufruire di questa opportunità devono agire con celerità, considerando i vari aspetti tecnici e normativi.


Quali imprese possono accedere alla procedura?

Le imprese ammesse al riversamento devono trovarsi in una delle seguenti situazioni:

  • Errori nella qualificazione delle attività di R&S ammissibili.
  • Errori nella determinazione della media storica di riferimento.
  • Errori nella quantificazione o individuazione delle spese ammissibili, in violazione dei principi di pertinenza e congruità.
  • Erronea applicazione delle disposizioni relative alle imprese che svolgono attività di R&S per committenti esteri.


È importante sottolineare che l’accesso alla procedura è precluso in caso di condotte fraudolente, utilizzo di documentazione falsa, simulazioni soggettive o oggettive, o in assenza della documentazione necessaria a dimostrare i costi sostenuti.


Quando conviene optare per il riversamento?

Decidere se aderire alla procedura di riversamento spontaneo richiede un’analisi approfondita dei costi e benefici. Tra i principali vantaggi ci sono:

  • L’eliminazione del rischio di sanzioni amministrative e penali.
  • La protezione da eventuali inibizioni sull’uso di altri crediti d’imposta.
  • La preservazione dei requisiti per partecipare a bandi o appalti pubblici.


Tuttavia, è necessario considerare i costi connessi, tra cui l’esborso finanziario per restituire gli importi indebitamente compensati e le spese professionali per la preparazione della pratica. È fondamentale valutare se i benefici derivanti dall’eliminazione dei rischi superino i costi da sostenere.


La certificazione come strumento di sicurezza

Un elemento chiave da prendere in considerazione è la certificazione dei progetti di R&S. Sebbene non obbligatoria, la certificazione rappresenta un valido strumento per validare tecnicamente le attività svolte e mettere in sicurezza i crediti fruiti. La procedura prevede la verifica della documentazione da parte di un soggetto certificatore e può includere anche certificazioni parziali, utili per salvare almeno parte del credito.


Secondo le linee guida ministeriali, i progetti devono rispettare i criteri del Manuale di Frascati (OCSE 2015), soprattutto in termini di innovatività e incertezza tecnica. Tuttavia, è importante ricordare che l’impossibilità di certificare un progetto non implica automaticamente la mancanza dei presupposti costituitivi del credito, in quanto:

  1. Taluni crediti d’imposta maturati nel periodo 2015–2019, diversamente da quanto solitamente asserito dall’Amministrazione Finanziaria, potrebbero non essere qualificabili quali crediti “inesistenti”, pertanto i termini di accertamento ordinari risulterebbero già scaduti;
  2. L’accertamento fondato sull’applicazione dei criteri del Manuale di Frascati (OCSE 2015) viene spesso ritenuto illegittimo dalla giurisprudenza di merito, in quanto la norma pro tempore vigente non faceva alcun riferimento a tale Manuale.


Strategie operative per le imprese

Per le aziende che considerano il riversamento e/o la certificazione, è consigliabile adottare un approccio strategico che includa:

  • Un riesame tecnico dei progetti di R&S per verificarne la conformità alle Linee guida ministeriali emanate in data 4 luglio 2024 per fornire indicazioni di carattere generale e trasversale in merito ai criteri che devono essere seguiti dai valutatori per il rilascio delle certificazioni dei progetti di R&S;
  • Un controllo rigoroso della documentazione esistente, inclusa quella obbligatoria prevista dalla disciplina agevolativa dell’epoca;
  • Una verifica della congruità dei costi rendicontati rispetto alle attività svolte.


Infine, è fondamentale consultare gli esperti tributari e legali di propria fiducia per valutare i rischi e identificare una strategia integrata adatta alla situazione specifica dell’impresa.


Conclusioni

La scelta di certificare e/o di riversare o di non fare nessuna delle due cose può dipendere da vari fattori quali: la specifica situazione aziendale, l’esito del riesame sui crediti R&S fruiti e la propensione al rischio. La strategia da adottare dovrebbe dunque derivare dalla valutazione complessiva di tutti questi elementi, non esiste una soluzione preconfezionata, serve in ogni caso un’analisi personalizzata.

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