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Rilancio del credito d'imposta per ricerca e sviluppo: fiducia e nuove prospettive per le imprese italiane
Le imprese italiane hanno spesso guardato al credito d'imposta per ricerca e sviluppo come a uno strumento prezioso per sostenere l'innovazione e migliorare la propria competitività. Tuttavia, negli ultimi anni, i controlli insistenti dell’Agenzia delle Entrate hanno generato dubbi e incertezze, portando molte aziende a disaffezionarsi a questa importante misura agevolativa.
La recente sentenza della Commissione Tributaria di Rimini, insieme alla possibilità di certificare i crediti introdotta dalla normativa del 2022, rappresenta ora un segnale positivo per rilanciare la fiducia delle imprese.
La sentenza di Rimini
Un messaggio chiaro per le imprese
La sentenza n. 201/2024 della Commissione Tributaria di Rimini ha sancito che l’innovazione aziendale, anche quando non sfocia nella registrazione di brevetti o modelli industriali, può legittimamente accedere al credito d'imposta. I giudici hanno ribadito che la norma non richiede che l’innovazione abbia carattere assoluto, ma che sia sufficiente dimostrare il miglioramento di prodotti, servizi o processi aziendali.
Questa interpretazione è coerente con lo spirito della legge: valorizzare gli investimenti delle imprese per rimanere competitive, garantendo occupazione e sviluppo economico. È una conferma importante per le aziende che operano in settori dinamici, dove l’innovazione incrementale può fare la differenza.
La certificazione
Una tutela per le imprese virtuose
Con l’introduzione dell’articolo 23 del Decreto Legge n. 73/2022, è stata data alle imprese la possibilità di certificare i propri crediti d’imposta per ricerca e sviluppo. La certificazione rappresenta una garanzia tecnica che attesta la qualificazione delle attività e dei relativi investimenti, offrendo una tutela significativa in caso di controlli futuri. Secondo i dati del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, nel primo anno di attuazione sono stati certificati oltre 2.600 progetti, con una crescita costante delle richieste.
Dal 2025, l’Agenzia delle Entrate valuterà con particolare attenzione la presenza di certificazioni durante i controlli, rendendo questa misura uno strumento chiave per ridurre i rischi per le imprese e rafforzare la certezza operativa.
Per chi non può certificare
Come difendersi
Non tutte le aziende possono ottenere la certificazione, specialmente se i loro progetti non rispettano i criteri del Manuale di Frascati (OCSE, 2015). Tuttavia, anche queste imprese possono difendersi, dimostrando di aver agito in buona fede e nel rispetto della normativa originale. La giurisprudenza e le linee guida attuali continuano a riconoscere come valide le attività che mirano al miglioramento di processi o prodotti esistenti, anche in assenza di innovazioni radicali o brevetti.
Conclusioni
Guardare al futuro con fiducia
Il credito d'imposta per ricerca e sviluppo rimane un’opportunità fondamentale per sostenere la crescita e l'innovazione delle imprese italiane. La recente evoluzione normativa e giurisprudenziale rappresenta un passo avanti verso un rapporto più collaborativo tra aziende e istituzioni, riducendo i conflitti e valorizzando gli investimenti virtuosi. Le imprese sono ora chiamate a cogliere queste opportunità, continuando a innovare e a investire nel futuro.
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