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Patuanelli lancia un nuovo piano industriale che vada oltre il 4.0
24 Febbraio 2020
Lo scorso lunedì 3 febbraio a Roma il Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli ha convocato un’importante riunione con le forze di maggioranza per discutere di politica industriale. Proposito del Ministro è quello di stilare un documento che definisca gli obiettivi e tutti i passaggi che conducono ad uno sviluppo industriale integrato e organico, per tutto il Paese e per tutti i settori principali” e che “rappresenterà le linee guida per la prossima Legge di Bilancio e per le politiche industriali che attueremo da qui alla fine della legislatura”.
Ulteriori elementi sono emersi in seno all’incontro sulla crescita e lo sviluppo sostenibile svoltosi lo scorso 13 febbraio a Palazzo Chigi tra il Premier Giuseppe Conte, alcuni ministri e parlamentari.
I dati Istat sulla produzione industriale del 2019 si sono rivelati sfidanti, commentandoli il Ministro Patuanelli ribadisce la necessità di pensare ad un nuovo Decreto Crescita, atteso nei prossimi mesi, che ridia slancio all’ economia sulla scorta di un piano industriale basato su una visione di lungo raggio almeno decennale.
Il decreto potrebbe contenere misure specifiche a supporto delle imprese colpite dagli effetti della crisi innescata dal coronavirus. Una delle proposte del Mise è abbattimento dell’Ires, dal 24 fino al 10-12%, per le aziende che hanno delocalizzato all’estero, e che decidono di riportare in Italia la produzione.
Patuanelli lancia un nuovo piano industriale che vada oltre il 4.0
Per quanto riguarda il piano Impresa 4.0 è al vaglio una revisione del credito di imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo. La proposta prevede un aumento della percentuale di beneficio che passerebbe 6 all’8 per l’innovazione tecnologica e le spese di design e dal 12 al 14-15% (al 50% se si tratta di investimenti al Sud) per la ricerca fondamentale, industriale e lo sviluppo sperimentale. La correzione, che potrebbe essere presente nel Decreto Crescita o nella prossima manovra, nasce dall’esigenza di porre rimedio all’insoddisfazione delle piccole imprese derivante dall’abbassamento delle aliquote del credito d’imposta nella Legge di Bilancio.
Il Ministro ha inoltre ha sottolineato l’importanza del tema green economy, per le imprese che investiranno in progetti di ricerca e sviluppo nell’ambito della green economy e della riconversione produttiva saranno infatti messi a disposizione risorse per 140 milioni di euro si studiano contributi a fondo perduto per coprire fino al 15% gli investimenti legati alla sostenibilità ambientale, utilizzando il Fondo rotativo imprese della Cassa depositi e prestiti.
Le nuove misure pensate dal Mise si scontreranno però con le regole sugli aiuti di Stato, il Ministro ne discuterà la prossima settimana con il commissario Ue Margrethe Vestager a Bruxelles. A suo avviso occorre “ripensare al ruolo degli aiuti di Stato e, cosa ancora più importante, riequilibrare le fiscalità all’interno dell’UE” in quanto “ancora oggi esistono paradisi fiscali a norma di legge con cui ci si fa concorrenza sleale tra Stati membri. Chi ne fa le spese è la nostra impresa, specialmente la media e piccola di cui l’Italia è ricca, che spesso si ritrova schiacciata dal peso di multinazionali con fiscalità agevolata”
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