Parola d’ordine “pianificazione”: orientamenti EBA verso un approccio di forward-looking. Le banche italiane si adeguano

6 Agosto 2021


Alla luce deli nuovi orientamenti EBA (Guidelines on Loan and Monitoring), adottate dall’Italia lo scorso 30 giugno 2021, gli Istituti di Credito sono tenuti a considerare anche le evoluzioni prospettiche (c.d. forward – looking) della clientela per l’analisi del rispettivo merito creditizio.

Non è più un inglesismo sconosciuto o insidioso: il forward-looking, unitamente all’acronimo EBA (Europeand Banking Authority), da tempo viene citato in relazione all'accesso al credito delle imprese.

Dalla fine di giugno le banche, infatti, valutano il merito creditizio basandosi non solo su dati storici e sulle garanzie prestate (considerate sempre più elemento accessorio a tutela di un eventuale recupero del credito in caso di insolvenza), ma su piani prospettici credibili e documentati, che le imprese saranno tenute a redigere.

Questo orientamento è perfettamente in linea con il Nuovo Codice della Crisi d’Impresa, che impone alle aziende di dotarsi di adeguati assetti organizzativi, mediante una pianificazione finanziaria puntuale e costante, al fine di prevenire situazioni che compromettano la continuità aziendale.

L’EBA specifica che gli Istituti di Credito dovrebbero basare le loro valutazioni su una “stima realistica e sostenibile del reddito e del flusso di cassa futuro” dell’impresa (art. 120 Guidelines), individuando nei “piani aziendali supportati da proiezioni finanziarie” le informazioni prioritarie nella valutazione del merito creditizio.

Alla luce di ciò, il rapporto Banca-Impresa deve evolversi verso una maggiore cultura finanziaria, volta ad assicurare all’impresa una crescita sana, equilibrata e consapevole che l’Istituto di Credito può sostenere in relazione a dati.

Già diverse aziende cercano supporto a fronte delle recenti integrazioni richieste da banche in sede di istruttoria (prospetto flussi di cassa futuri, budget economici e finanziari), ma la pianificazione crediamo possa essere veramente il passaggio obbligato per consentire all’imprenditore di prevedere gli impatti della “messa a terra” delle strategie e anticiparne le potenziali insidie (anche quelle cosiddette “altamente improbabili” alle quali questi ultimi mesi ci hanno abituato).


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