La transizione ecologica dell’industria francese

7 Giugno 2023

Le motivazioni del piano francese nascono da tre osservazioni:

  1. Negli ultimi 50 anni la Francia ha subito un processo di forte deindustrializzazione, la quota dell’industria nella ricchezza nazionale si è dimezzata passando dal 22% all’11%, ma questa tendenza è stata invertita a partire dal 2017;

  2. A fronte del cambiamento climatico globale il sistema industriale deve ridurre il proprio impatto ambientale che attualmente raggiunge il 18% delle emissioni in Francia di gas a effetto serra;

  3. la Francia presenta alcuni vantaggi (elettricità senza emissioni di carbonio e forte attrattiva in termini di investimenti esteri) che possono consentirle di diventare il leader europeo nelle tecnologie verdi, all’interno della sfida globale in atto tra USA, Cina e UE.


L’industria verde francese ha due obiettivi operativi:

  • creazione ed espansione di nuove industrie che producono tecnologie verdi per la decarbonizzazione del sistema produttivo;
  • decarbonizzazione dell'industria esistente.

Le tecnologie verdi in cui la Francia punta ad assumere un ruolo di leadership europea sono: pannelli fotovoltaici, turbine eoliche, batterie elettriche, pompe di calore, elettrolizzatori per la produzione di idrogeno verde, biogas e biometano, tecnologie per la cattura e lo stoccaggio del carbonio e tecnologie per la rete elettrica e relative catene del valore, nucleare, settori legno, metalli critici, industria alimentare.

Gli impatti ambientali previsti dal piano sono pari a 6 milioni di tonnellate di CO2eq all’anno fino al 2030, l'impronta di carbonio annuale totale della Francia è stimata in circa 600 milioni di tonnellate di CO2eq3; quindi, la riduzione delle emissioni è stimata in circa l'1% dell'impronta di carbonio francese, corrispondente all’impronta di carbonio annuale di una città delle dimensioni di Lione (600 mila persone).

Gli impatti economici previsti contemplano invece 23 miliardi di investimenti e 40 mila posti di lavoro diretti entro il 2030.


Il piano francese prevede 15 azioni attivabili mediante 4 leve (denominate 4F):


A) Facilitare

  1. Offrire 50 siti “Francia 2030” e ripulire i terreni incolti industriali
  2. Accelerare le dinamiche di reindustrializzazione nei territori
  3. Dimezzare i tempi di allestimento industriale
  4. Creare una procedura eccezionale semplificata per i progetti di grande interesse nazionale
  5. Promuovere il riciclaggio dei rifiuti industriali


B) Finanziare

  1. Sostenere le tecnologie verdi attraverso il credito d'imposta investimenti per l’industria verde
  2. Sostenere la decarbonizzazione delle industrie esistenti
  3. Mobilitare i risparmi privati per finanziare l'industria verde


C) Favorire

  1. Individuare le aziende più virtuose: la “Triple E”
  2. Appalti pubblici che promuovano ulteriormente i prodotti ambientalmente virtuosi
  3. Condizionare gli aiuti pubblici alle imprese più virtuose
  4. Subordinare il bonus ecologico all'impronta ambientale dei veicoli elettrici
  5. Bilancio dello Stato verde


D) Formare

  1. Formare più ingegneri e tecnici in Francia
  2. Rimettere l'industria al centro della formazione e aumentare la sua attrattiva


In questa sede vogliamo focalizzare l’attenzione sulla seconda leva, quella della Finanza, in grado di azionare tre distinte misure.

La misura 6 prevede l’introduzione di un credito d'imposta a favore delle imprese che investono in industrie verdi a partire dal 2024. Per beneficiare del nuovo credito d’imposta, le società stabilite in Francia dovranno effettuare investimenti materiali (come terreni, edifici, impianti, attrezzature, macchinari) o investimenti immateriali (come diritti di brevetto, licenze, know-how o altri diritti di proprietà intellettuale) necessari per la produzione di batterie di nuova generazione e componenti chiave di batterie, pannelli solari, turbine eoliche e pompe di calore. La sua aliquota potrà variare dal 20% al 45%. I crediti d’imposta saranno concessi sotto forma di aiuti di Stato sulla base di regimi di aiuto già esistenti in Francia. Le ulteriori modalità di sostegno al settore dell'idrogeno saranno decise a seguito delle consultazioni effettuate nell'ambito della revisione della Strategia nazionale sull'idrogeno, entro la fine del 2023. Sarà garantita una dotazione di 500 mln/anno attraverso misure compensative in grado di non gravare sul bilancio dello Stato.


La misura 7 prevede una vasta gamma di aiuti per coprire tutte le esigenze di decarbonizzazione delle imprese francesi. Si va da uno stanziamento di 5,6 miliardi specificamente dedicato ai siti industriali francesi più inquinanti agli aiuti per 2,3 miliardi all’anno dedicati alla decarbonizzazione di imprese di ogni tipo. Le imprese che beneficiano di questi aiuti alla transizione ecologica dovranno effettuare una diagnosi del loro impatto ambientale adeguata alle loro dimensioni. In questo ambito le forme di aiuto spaziano dalle garanzie verdi a copertura dell’80% del prestito di durata decennale, ai prestiti che cofinanziano il 50% dell’investimento “green” della durata di 10 anni e fino a 5 milioni di euro senza alcuna garanzia richiesta all'imprenditore, agli aiuti minori alle PMI per i loro processi di decarbonizzazione, alle misure di accompagnamento per le imprese che intendono decarbonizzare, ecc. Sempre nell’ambito di questa misura saranno poi lanciati due nuovi fondi, il primo rivolto alle PMI operanti nei settori energia e transizione ecologica e il secondo dedicato alle start up nei medesimi settori. Le dotazioni finanziarie saranno rispettivamente di 200 e 250 milioni.


La misura 8 prevede un mix di azioni per mobilitare il risparmio privato allo scopo di finanziare l'industria verde. Verrà lanciato un nuovo prodotto di risparmio per i giovani sotto i 18 anni con un regime fiscale particolarmente vantaggioso per consentire ai genitori di finanziare il mondo decarbonizzato che dobbiamo lasciare ai nostri figli. Verrà rafforzata l'offerta dei marchi di Stato volti a promuovere i fondi che investono nella decarbonizzazione delle imprese. Per garantire l'accessibilità di questi fondi ai risparmiatori, i contratti di assicurazione sulla vita devono offrire almeno un'unità di conto etichettata sotto ciascuna delle etichette di Stato. Si intende finanziare la decarbonizzazione delle PMI sviluppando il capitale di investimento nelle assicurazioni sulla vita e nel risparmio previdenziale. 


Volendo paragonare il programma transalpino con i piani elaborati per sostenere la transizione ecologica delle imprese italiane si ha la sensazione che nel nostro Paese manchi uno specifico programma dedicato al rilancio industriale attraverso lo sviluppo delle tecnologie verdi nazionali.

Il Piano Nazionale di Transizione Ecologica (PTE), approvato l’8 marzo 2022, risponde alla sfida che l’Unione Europea ha lanciato con il Green Deal e contiene una serie di importanti misure sociali, ambientali, economiche e politiche; tuttavia, anche considerando le cospicue risorse messe a disposizione dalla Missione 2 del PNRR “Rivoluzione verde e transizione ecologica” (pari a 59,3 miliardi), come parte della fase iniziale di implementazione del PTE, tali misure sono state progettate prima della recente crisi energetica e comunque non sembrano mettere davvero a fuoco le specifiche esigenze dell’industria italiana che stanno emergendo in fase di transizione.

Il precedente Esecutivo e poi quello attuale, sono poi intervenuti con diverse misure “spot” per attenuare gli effetti della crisi energetica innescata dal conflitto russo-ucraino e tra i diversi obiettivi del recentissimo Ddl sul Made in Italy vi è anche quello di far crescere sotto l’ombrello statale imprese ritenute strategiche nei comparti dell’energia e delle materie prime, tuttavia, l’impressione è che le diverse misure che si stanno susseguendo non siano sufficientemente coordinate all’interno di un programma disegnato in funzione delle specifiche esigenze dell’industria italiana.

Viceversa, il piano “Industrie Verte” francese offre una visione industriale di lungo termine (fino al 2030), si pone obiettivi molto ambiziosi e mette a disposizione un mix di misure finanziarie per sostenere le imprese davvero completo. 

L’auspicio è che il nostro attuale Esecutivo possa prendere spunto dal piano “Industrie Verte” al fine di elaborare un programma di ampio respiro per sostenere la transizione verde del nostro sistema industriale in grado di coniugare competitività, costi sociali e necessità di investimenti.

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