Per il 2022, bonus software 4.0 al 50% per investimenti sino a 1 milione

1 Giugno 2022


Il Piano Transizione 4.0 è in costante evoluzione e soggetto a sistematici restyling a beneficio delle imprese, in particolar modo per quanto concerne il Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali.

Dopo la proroga al triennio 2023-2025 (con possibili code di investimento sino al 30 giugno 2026) introdotta con la Legge di Bilancio 2022, si sono susseguiti rilevanti interventi normativi e chiarimenti, finanche in queste ultime settimane.


Giova ricordare, innanzitutto, che nell’ambito dell’iter parlamentare di conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228 (cd Decreto Milleproroghe), un emendamento ha esteso il regime privilegiato del 2021, anche agli investimenti in beni ordinari (sia materiali che immateriali) ed in beni 4.0 materiali prenotati nel 2021 (con ordine e acconto almeno pari al 20% entro il 2021) e conclusi entro il 31 dicembre 2022, anziché entro il 30 giugno 2022.


Nessuna previsione era stata dedicata, invece, ai beni immateriali 4.0, in quanto – a differenza delle altre fattispecie -  per i software 4.0 la Legge di Bilancio 2021 non prevedeva un depotenziamento dell’aliquota incentivante tra 2021 e 2022, consentendo il mantenimento nel 2022 della medesima intensità agevolativa (20%) contemplata dal regime 2021.


A rideterminare le sorti dei beni immateriali 4.0 acquisiti o “prenotati” nel 2022, ex art. 109 TUIR, è intervenuto il recente Decreto Aiuti (decreto legge 17 maggio 2022, n. 50 recante “Misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttivita' delle imprese e attrazione degli investimenti, nonche' in materia di politiche sociali e di crisi ucraina”).


L’articolo 21 del Decreto Aiuti incrementa la misura del Credito d’imposta per i beni strumentali immateriali 4.0 acquisiti a decorrere dal 1° gennaio 2022 e fino al 31 dicembre 2022 ovvero entro il 30 giugno 2023, a condizione che entro la data del 31 dicembre 2022 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione. In particolare, il Decreto aumenta dal 20 al 50% la percentuale del costi dei beni riconosciuto come credito d’imposta.

La misura agevolativa è inclusa nella missione M1C2 del PNRR denominata “digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo”; in particolare l’Allegato alla decisione di esecuzione del Consiglio del 13 luglio 2021 prevede tra gli altri, nell’ambito della descrizione dei traguardi e degli obiettivi associati alla missione, i seguenti obiettivi temporali: almeno 27.300 soggetti fiscali devono aver maturato crediti d’imposta per beni strumentali immateriali 4.0 sulla base delle dichiarazioni dei redditi presentate tra gennaio 2021 e dicembre 2022 (target da raggiungere entro giugno 2024) e almeno 41.500 soggetti fiscali devono maturare l’analogo credito sulla base delle dichiarazioni presentate tra il gennaio 2021 e il dicembre 2023. La maggiorazione del credito d’imposta risponde pertanto all’esigenza di assicurare un’accelerazione nella dinamica degli investimenti in beni strumentali immateriali di cui all’allegato B annesso alla legge 11 dicembre 2016, n. 232, anche in considerazione dei dati provvisori elaborati sulle dichiarazioni dei redditi relative all’anno d’imposta 2020 che evidenziano un numero di beneficiari sensibilmente inferiore al target e pari a 3.572.


Qui di seguito si rappresenta il flusso incentivante aggiornato, raffrontando le novità delle ultime Manovre finanziarie così come recentemente ridelineate, che è utile considerare per pianificare gli investimenti ottimizzando i benefici....

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