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Gli incentivi per le imprese nei nuovi piani di governo
Prima della pausa estiva, era concreta l'ipotesi di un nuovo Piano di politica nazionale 4.0, strutturale e strutturato, svincolato dalla logica degli incentivi straordinari. Si era ipotizzato di mantenere gli attuali super e iperammortamento affiancandogli un “mega-ammortamento” in grado di premiare i progetti in un'ottica di filiera. Un'ulteriore proposta è stata quella di istituire un credito d'imposta per l'innovazione 4.0, sulla falsariga di quello vigente per le attività di ricerca e sviluppo, in affiancamento a quest'ultimo o come relativa estensione.
Rispetto alla fisiologica incertezza che caratterizza ogni fine d'anno, dovuta all'attesa della legge di bilancio, quest'anno la crisi politica aperta in agosto ha incrementato i dubbi sulle politiche di supporto alle imprese. La crisi di governo ha accentuato, in particolare, l'incertezza sulla proroga delle agevolazioni in scadenza a fine anno. Da una ricognizione di Il Sole 24 Ore emergono almeno 1,9 miliardi di misure per l'industria da prorogare o rifinanziare entro dicembre, di cui:
- 400 milioni è la stima minima se si volesse prorogare per un anno l'iperammortamento con le stesse modalità del 2019;
- 220 milioni è il costo annuo della stabilizzazione del credito di imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo;
- 500 milioni, invece, servirebbero per estendere anche al 2020 il credito di imposta per gli investimenti in beni strumentali nel Mezzogiorno.
Nell'ambito delle 29 “linee programmatiche” del nuovo governo, emergono molteplici indicazioni per il tessuto imprenditoriale.
Il nuovo esecutivo sembra concorde nel rafforzare gli incentivi per gli investimenti privati, potenziando le agevolazioni per le imprese.
Anche se, al momento, sono stati enunciati solo macro indirizzi, privi di puntuali indicazioni di dettaglio, sembra ormai assodato che l'asse giallo rossa proverà a ripartire da Impresa 4.0, definita “la strada tracciata da implementare e rafforzare”, con il rinnovo o la rimodulazione dei relativi incentivi.
Nel testo integrale del programma di Governo si legge che “Oggi la sfida è quella dell'innovazione connessa a una convincente transizione in chiave ambientale del nostro sistema industriale, allo sviluppo verde per creare lavoro di qualità, alla piena attuazione dell'economia circolare, alla sfida della “quarta rivoluzione industriale”: digitalizzazione, robotizzazione, intelligenza artificiale.
Il Piano nazionale 4.0 dovrebbe puntare al consolidamento dell'iperammortamento sui beni strumentali funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese, ridisegnati in chiave “green” e di sostenibilità ambientale.
“Il sistema industriale del nostro Paese sconta problemi di bassa crescita e produttività, ma ha in sé grandi potenzialità per affrontare la sfida di una nuova stagione di sviluppo che faccia dell'Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile il suo punto di forza” riporta il programma di Governo. L'ottica “green” permea, infatti, il programma governativo: “Occorre adottare misure che incentivino prassi socialmente responsabili da parte delle imprese; perseguire la piena attuazione della eco-innovazione; introdurre un apposito fondo che valga a orientare, anche su base pluriennale, le iniziative imprenditoriali in questa direzione. È necessario promuovere lo sviluppo tecnologico e le ricerche più innovative in modo da rendere quanto più efficace la “transizione ecologica” e indirizzare l'intero sistema produttivo verso un'economia circolare, che favorisca la cultura del riciclo e dismetta definitivamente la cultura del rifiuto.”
Secondo prime ufficiose anticipazioni, più dubbie sono le sorti del superammortamento, per quanto vi siano orientamenti atti a prorogare anche l'incentivo che per primo ha introdotto una maxi deducibilità delle quote di ammortamento e dei canoni di leasing a fronte di investimenti in beni strumentali nuovi.
Unione di intenti sembra sussistere sulla proroga del credito di imposta per la formazione 4.0, con l'allargamento del sistema formativo a nuove figure professionali dell'economia digitale.
Tra i principali punti di allineamento e consonanza, vi è la necessità di una maggiore accessibilità del piano 4.0 da parte delle PMI, in particolare quelle del Sud. In via generale “Il Governo intende inoltre potenziare gli interventi in favore delle piccole e medie imprese.”
Il nuovo governo ha evidenziato, inoltre, la necessità di incrementare gli investimenti in startup e Pmi innovative. “Il Governo ritiene che un grande Paese industriale come l'Italia debba porsi come obiettivo l'innovazione tecnologica quale vettore di crescita economica, favorendo l'aumento degli investimenti privati, ancora troppo lontani dalla media europea, in start-up e PMI innovative.”
Attenzione è rivolta, altresì, all'export, “individuando gli strumenti più idonei per promuovere e accompagnare il made in Italy, potenziando le attività di consulenza e di supporto finanziario e assicurativo in favore degli esportatori, anche attraverso l'individuazione di un adeguato modello di condivisione dei rischi tra Sace e MEF. Più in generale, si rende necessario accompagnare e sostenere gli imprenditori italiani che operano all'estero, elaborando alcune proposte che mirino a introdurre anche da noi le best practices in materia, ricavate dall'analisi comparativa con altri ordinamenti giuridici.
Particolare riguardo è riservato al Mezzogiorno: “Va lanciato un piano straordinario di investimenti per la crescita e il lavoro al Sud, anche attraverso il rafforzamento dell'azione della banca pubblica per gli investimenti, che aiuti le imprese in tutta Italia e che si dedichi a colmare il divario territoriale del nostro Paese.”
Non rimane, ora, che attendere una più compiuta definizione delle misure che il programma di Governo reca tra le righe delle 29 linee programmatiche, costituenti la politica generale del Governo della Repubblica per il prosieguo della XVIII legislatura.