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Incentivi 2025 per imprese energivore: 600 milioni dal Fondo Transizione Energetica
Con la recente approvazione del Decreto Bollette (D.L. n. 19/2025), il Governo ha rifinanziato con 600 milioni di euro il Fondo per la transizione energetica nel settore industriale, offrendo un’opportunità concreta anche per le Imprese attive in settori ad alta intensità energetica.
A chi è rivolto il beneficio?
Il Fondo è destinato alle imprese, comprese le PMI, che operano in comparti produttivi particolarmente esposti all’aumento dei costi energetici e al rischio di delocalizzazione a causa dei costi indiretti legati alle emissioni di gas serra trasferiti sui prezzi dell’energia elettrica. Tra i settori ammessi figurano:
- Produzione di metalli (alluminio, rame, zinco, ecc.)
- Carta e cartone
- Chimica di base
- Siderurgia e fusione della ghisa
- Produzione di idrogeno e materiali in fibra di vetro
L’elenco completo è definito dai codici NACE indicati nell’allegato I della comunicazione della Commissione europea 2020/C 317/04.
Come accedere al contributo?
Le imprese interessate dovranno:
- Avere sede operativa in Italia e legale nello Spazio economico europeo
- Essere attive e regolarmente iscritte alla Camera di commercio
- Non trovarsi in stato di difficoltà o in liquidazione
- Presentare domanda online sul sito di Acquirente Unico, allegando una dichiarazione sostitutiva che attesti il possesso dei requisiti.
Inoltre, è richiesto l’impegno a effettuare un audit energetico conforme al D.Lgs. 102/2014 e ad attuare le raccomandazioni con un ritorno dell’investimento entro i 3 anni.
Quanto si può ottenere?
Il contributo può coprire fino al 75% dei costi ammissibili, i quali sono calcolati in base a:
- Tipologia di prodotti fabbricati dall’azienda
- Tonnellate di produzione annua
- Consumo di energia elettrica annuo
Gli aiuti sono cumulabili con altri incentivi pubblici, purché non si superino i limiti previsti. Pertanto, l’agevolazione dovrebbe essere cumulabile anche con il beneficio che eventualmente l’Impresa già riceve per essere iscritta al registro della CSEA delle «Imprese Energivore o Gasivore».
Un esempio pratico di un caso reale
Un impianto di medie dimensioni per la produzione di pani di ghisa (10.000 ton e 7.000 MWh all’anno di energia elettrica) può rendicontare all’incirca 200.000€ di costi ammissibili e ottenere un contributo fino al 75% di tali costi, pari a circa 150.000€ (questa azienda verosimilmente sarà anche iscritta al registro energivori con un'agevolazione annua di circa 250.000€, cumulabile con il beneficio di cui sopra).
Conclusioni
Questo intervento rappresenta una misura concreta per sostenere la competitività delle imprese energivore, favorendo al contempo la transizione verso una maggiore efficienza energetica e sostenibilità industriale.
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