Certificazioni credito d’imposta R&S: stato attuale e scenari futuri

21 Febbraio 2025

Lo stato dell’arte delle Certificazioni

Al 24 gennaio scorso erano stati caricati sulla piattaforma gestita dal Ministero delle imprese e del made in Italy ben 8.276 progetti, riconducibili a 2.190 imprese. Considerando che la piattaforma era attiva da 200 giorni fino a quella data, si tratta di un risultato significativo.

I certificatori selezionati dalle imprese per rilasciare la certificazione erano a quella data 295 su un totale di 556 iscritti, quindi, non pare emergere una situazione di oligopolio; l’offerta di certificazioni parrebbe invece sufficientemente distribuita.

Nonostante questi incoraggianti dati iniziali esistono ancora alcune criticità nella procedura di rilascio delle certificazioni, alcune legate al funzionamento della piattaforma informatica, altre riferibili all’affidabilità di taluni certificatori iscritti all’Albo ed alla capacità del Ministero di svolgere l’attività di controllo e vigilanza in modo rapido ed efficace, altre ancora alla documentazione integrativa talvolta richiesta dal Ministero e all’implementazione di linee guida speciali per settori particolari (es. sviluppo software), infine, esistono alcuni limiti nella normativa di riferimento che stanno creando alcune incertezze tra le imprese.

Uno dei principali limiti dell’attuale normativa è senz’altro costituito dal divieto di poter richiedere la certificazione in presenza di violazioni già constatate o contestate con atto impositivo. Si auspica di poter superare a breve tale limitazione, consentendo alle imprese di accedere alla certificazione anche se le violazioni sono già state constatate o contestate con un atto impositivo non definitivo. 

Altra questione che genera incertezza riguarda la possibile riapertura dei termini per il riversamento spontaneo dei crediti d’imposta 2015-2019 non spettanti, in quanto, tale possibilità si riflette anche sulla decisione delle imprese di avvalersi o meno della certificazione, quindi, fino a quando sarà aperta la stagione delle “sanatorie” risulterà arduo consolidare il sistema di certificazione e riuscire a conferire certezza operativa alla misura agevolativa in commento. 


I vantaggi delle Certificazioni per le imprese 

Nonostante il sistema non sia ancora entrato pienamente a regime, la certificazione offre numerosi vantaggi alle imprese. Innanzitutto, garantisce la corretta qualificazione tecnica delle attività agevolate, fornendo quindi certezza operativa e riducendo notevolmente il rischio di contestazioni future, in quanto, una volta ottenuta, esplica effetti vincolanti nei confronti dell'Amministrazione Finanziaria.

In secondo luogo, certificare le proprie attività di R&S, innovazione e design risulta propedeutico anche per accedere ad altri incentivi, come le super deduzioni fiscali previste dal nuovo Patent Box, in quanto l’ambito oggettivo delle due discipline agevolative risulta sostanzialmente coincidente. Ad esempio, l’impresa che certifica le proprie attività riesce anche ad avere contezza del livello di novità dei propri progetti rispetto allo stato dell’arte del settore oppure a valutare il grado di novità e di individualità dei propri disegni e modelli, quindi ottiene informazioni utili per valutare meglio la possibilità di procedere alla creazione o allo sviluppo dei beni immateriali agevolabili dal Patent Box. Resta inteso che tali informazioni rivestono grande importanza per le imprese a prescindere delle agevolazioni ottenibili, in quanto essenziali per definire il piano strategico volto a gestire, proteggere, valorizzare e sfruttare i diritti di proprietà intellettuale (IP), importante per supportare gli obiettivi di business e mantenere un vantaggio competitivo sul mercato.

In ultimo, l’attività di certificazione offre un concreto supporto alla pianificazione dell’innovazione dell’impresa ed alla gestione dei progetti, mediante l’individuazione, la rilevazione puntuale, il monitoraggio e la rendicontazione delle attività svolte, delle singole fasi progettuali e dei risultati conseguiti.


Impatto delle Certificazioni sul sistema italiano degli incentivi per la R&S 

Se il Ministero delle imprese e del made in Italy sarà in grado di risolvere le residue criticità poc’anzi accennate e saranno anche superati gli attuali limiti normativi, allora si potrebbe arrivare in breve tempo all’affermazione di un sistema di certificazione credibile ed efficace, ossia in grado di consentire l’applicazione degli incentivi fiscali per le attività di ricerca, sviluppo, innovazione e design in condizione di certezza operativa

Resterebbe comunque da valutare il reale appeal tra le imprese di una misura che, pur presentandosi oggi come incentivo di natura strutturale, in grado di agevolare le attività di R&S al 10% fino al 2031, prevede oneri documentali ben superiori a quelli previsti dalla previgente disciplina in vigore nel periodo 2015-2019.

In tale delineata prospettiva, appare plausibile ipotizzare che, a differenza del passato, la misura potrebbe arrivare ad essere maggiormente utilizzata da imprese medio grandi, sulle quali i costi fissi da sostenere per l’espletamento degli oneri documentali avrebbero un’incidenza inferiore sul beneficio fiscale.

Al fine di garantire l’accesso all’incentivo anche ad imprese innovative di dimensioni minori, in prospettiva sarebbe auspicabile guardare a cosa sta succedendo in Francia con il Crédit d'Impôt Recherche (CIR) e il Crédit d'Impôt Innovation (CII). La Legge di Bilancio 2025 francese ha introdotto alcune modifiche alle due disciplina agevolative, ma il CIR rimane in vigore strutturalmente senza una data di termine prestabilita, con un’intensità di aiuto pari al 30% delle spese ammissibili di R&S fino a 100 milioni di euro, mentre l’intensità di aiuto per l’innovazione tecnologica (CII) è stata ridotta dal 30% al 20%, tornando al livello precedente al 2022, ma la durata della misura è stata estesa fino al 31 dicembre 2027.


Contattaci per maggiori informazioni