6,2 miliardi di incentivi in più per le imprese green dalla revisione del PNRR

8 Agosto 2023

Nei prossimi anni ci attenderà un nuovo PNRR, la cui definizione è ormai alle porte. La revisione del Piano originario fornisce l’importante opportunità di individuare tempestivamente gli interventi caratterizzati da criticità attuative, rispetto ai modi e ai tempi previsti, e procedere alla loro riprogrammazione, assicurando la corrispondente copertura finanziaria.


I MARGINI DI MIGLIORAMENTO DEL PIANO ORIGINARIO

A partire da gennaio 2023, l’Italia ha avviato un’importante ricognizione dello stato di attuazione del PNRR, da cui sono emerse alcune significative criticità. In particolare, non si è talora tenuto correttamente conto dell’effettiva capacità di impiego e spesa delle risorse e, soprattutto, della capacità ammnistrativa dei singoli soggetti attuatori, anche in considerazione del fatto che il Piano risulta estremamente parcellizzato in migliaia di investimenti, anche di piccola dimensione, che richiedono uno sforzo gestionale notevole. Inoltre, gli obiettivi del Piano, declinati in termini di milestone e target, richiedono un aggiornamento, alla luce dell’effettiva implementazione delle riforme abilitanti incluse nel Piano stesso. Infine, alcuni investimenti hanno costituito un freno, anziché un acceleratore dell’implementazione del Piano, alla luce degli stringenti vincoli che il Piano prevede.


L’OPPORTUNITA’ DI UNA REVISIONE

In virtù della durata pluriennale dei Piani nazionali di ripresa e resilienza, il regolamento (UE) 2021/241 istitutivo del RRF, sin dall’origine, ha previsto e disciplinato la possibilità di revisione dei Piani (o addirittura di integrale sostituzione), allorché un Piano non sia più realizzabile, in tutto o in parte, dallo Stato membro a causa di circostanze oggettive.

Come si ricorderà, con l’adozione del PNRR, oltre due anni fa, l’Italia ha predisposto un piano di riforme e investimenti per il periodo 2021-2026 accedendo ai fondi del Dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF) nell’ambito di NextGenerationEU, ossia lo strumento dell’Unione europea finalizzato alla ripresa. Il PNRR si articola in 132 investimenti e 63 riforme, ai quali corrispondono 191,5 miliardi di euro di risorse UE, di cui 68,9 miliardi di euro di sovvenzioni a fondo perduto e 122,6 miliardi di euro di prestiti.

Inoltre, dal 2021 ad oggi, si è registrato un profondo mutamento del contesto geopolitico internazionale. Il 27 febbraio 2023 è stato approvato il Regolamento REPowerEU, entrato in vigore il 1° marzo 2023, che consente agli Stati membri di modificare i Piani nazionali di ripresa e resilienza, con l’aggiunta di un capitolo dedicato agli obiettivi di politica energetica. REPowerEU si pone, infatti, quale volano per trasformare il sistema energetico europeo, con un duplice obiettivo. Innanzitutto, fornire una risposta alle perturbazioni del mercato energetico globale causate dall'invasione russa dell'Ucraina, allo scopo di porre fine alla dipendenza dell'UE dai combustibili fossili russi e garantire la sicurezza dell’approvvigionamento dell’energia a prezzi sostenibili. Inoltre, REPowerEU si prefigge lo scopo di affrontare la crisi climatica.

Più concretamente, REPowerEU determina per l’Italia risorse aggiuntive a fondo perduto pari a 2,76 miliardi di euro. Inoltre, il Governo intende utilizzare circa 3 miliardi di euro delle risorse delle politiche di coesione 2021-2027, già destinate a obiettivi assimilabili a quelli del REPowerEU, sfruttando i nuovi margini di flessibilità.


LE PROPOSTE DEL GOVERNO

In tale contesto, il 27 luglio il Governo ha finalizzato un dossier recante le proposte per la revisione del PNRR, anche alla luce di REPower EU, i cui contenuti dovranno poi ottenere il placet della Commissione europea.

Oltre al rafforzamento della misura Asili Nido con un incremento del finanziamento di 900 milioni di euro necessari per indire un nuovo bando che assicuri il conseguimento del relativo target, è prevista l’introduzione di misure finalizzate al perseguimento degli obiettivi dell’iniziativa REPowerEU per un ammontare di 19,2 miliardi di euro. Si propone di provvedere a tale copertura, oltre che con il contributo a fondo perduto REPowerEU assegnato all’Italia (2,7 miliardi di euro), con le risorse aggiuntive derivanti dall’aggiornamento del contributo UE PNRR per effetto della variazione del PIL (150 milioni di euro) e con le risorse PNRR derivanti dal definanziamento – totale o parziale - dal PNRR di una serie di misure per un ammontare complessivo di 15,9 miliardi di euro. Tali misure dovranno essere salvaguardate attraverso la copertura con altre fonti di finanziamento, come il Piano nazionale complementare al PNRR ed i fondi delle politiche di coesione. Per tali progetti, per lo più avviati precedentemente al Piano e all'emanazione delle sue disposizioni attuative, la maggiore problematica è rappresentata dal rispetto delle severe condizionalità imposte dal Piano, che includono sia quelle specifiche per ciascuna misura sia quelle relative agli elementi informativi necessari per la rendicontazione sia quelle riconducibili al principio del 'Non Arrecare Danno Significativo' (Do-No-Significant-Harm, DNSH). 


REPowerEU NELLA REVISIONE DEL PNRR

Il Capitolo REPowerEU si articola in tre misure di investimento e sei riforme. Le misure di investimenti riguardano: Reti (2,3 miliardi), Transizione verde ed efficientamento energetico privato e pubblico (14,8 miliardi), Filiere (2 miliardi). Le riforme, con una dotazione di 100 milioni di euro, sono finalizzate a rendere più efficace e tempestivo il raggiungimento degli obiettivi del REPowerEU; si annoverano infatti: Riduzione costi connessione alle reti della produzione di biometano; Power Purchasing Afreement (PPA) rinnovabili; Green Skill settore private e pubblico (due riforme); Roadmap per la razionalizzazione dei sussidi inefficienti ai combustibili fossili; Testo unico rinnovabili.


Nell’ambito della misura più corposa, relativa alla Transizione verde ed efficientamento energetico privato e pubblico, si inserisce la Transizione green del Settore Produttivo, per un valore complessivo di 6,26 miliardi, ripartiti come segue:

  • Transizione 5.0 Green a cui sono dedicati 4,04 miliardi di euro;
  • Credito di imposta per l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili assorbe 1,5 miliardi di euro;
  • Sostegno per gli investimenti green e l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili nelle PMI – Sabatini Green, per un totale di 320 milioni di euro;
  • Miglioramento delle prestazioni e della sostenibilità nei settori agroalimentare, zootecnico, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo, con una dotazione di 400 milioni.


Un paragrafo a sé rispetto alla Transizione green del Settore Produttivo, che persegue comunque finalità analoghe, riguarda il sostegno alle filiere strategiche per la transizione ecologica. In campo ci sono 2 miliardi e 50 milioni per favorire investimenti industriali su batterie, pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore, elettrolizzatori per l’idrogeno, dispositivi per la cattura e lo stoccaggio del carbonio, l’approvvigionamento e la raffinazione di materie prime critiche.


TRANSIZIONE 5.0 GREEN

La misura principale in termini di risorse investite (4,04 miliardi) e di importanza strategica è stata proposta dal MIMIT. Si tratta, in particolare, del sostegno all’innovazione digitale a supporto della transizione verde nel sistema produttivo di tutte le imprese, incluse le PMI, di tutti i settori strategici dell’economia, incluso il turismo. 

La misura sfrutterà il sistema, da tempo rodato, del credito di imposta, peraltro suggerito anche dalle Linee guida del REPowerEU. 

Come si legge nel dossier del 27 luglio u.s., l’obiettivo è quello di accelerare la riconversione sia della dotazione di beni strumentali, sia dei processi produttivi delle imprese, attraverso un sostegno automatico e non selettivo, in modo da permettere ad un ampio numero di imprese di partecipare all’investimento.  

Più in dettaglio, la misura intende incentivare progetti di transizione ecologica, indirizzati alle seguenti azioni: riduzione del consumo dell’energia nei processi produttivi, sostituzione dei combustibili fossili, riduzione delle emissioni in atmosfera, recupero di materie prime critiche, circolarità dei processi produttivi attraverso un uso più efficiente delle risorse. Si tende sia alla realizzazione di nuovi impianti sia all’ampliamento di impianti già esistenti, per la produzione di energia da fonti rinnovabili, a condizione che l’energia prodotta sia impiegata esclusivamente ai fini dell’autoconsumo nell’ambito dei propri processi aziendali.

L’intervento rappresenta un’evoluzione green dell’attuale Piano Transizione 4.0, finanziato per i periodi d’imposta 2020-2022, anche con risorse RRF, e dal 2023 al 2025 con risorse esclusivamente nazionali. Per quanto concerne il vigente piano Transizione 4.0, la revisione del PNRR prevede solo di ritoccare i target numerici, senza specifici rifinanziamenti.


CREDITO DI IMPOSTA A SOSTEGNO DELL'AUTOCONSUMO DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI

A seguito della crisi economica, il tessuto imprenditoriale necessita di un forte sostegno. Promossa dal MIMIT è anche la misura da 1,5 miliardi con l’obiettivo di favorire investimenti in impianti (realizzazione di nuovi, nonché ampliamento di impianti già esistenti) di autoproduzione di energia da fonti rinnovabili nelle imprese, per consentire una riduzione significativa dei costi energetici connessi all’attività produttiva, per rispondere alle esigenze immediate di mettere in sicurezza l’approvvigionamento e, nel medio e lungo termine, di decarbonizzazione e efficientare i sistemi produttivi

La misura prevede il ricorso a un meccanismo di sostegno automatico, nella forma del credito d’imposta, non selettivo e che consente l’accesso al più ampio numero di imprese, senza esclusioni riconducibili a dimensione o settore.

Date le omogenee finalità perseguite rispetto a Transizione 5.0, è in fase di discussione con la Commissione europea l’ipotesi di fusione delle due iniziative


SABATINI GREEN

Presentata dal MIMIT è anche la misura correlata al Sostegno per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili nelle Piccole e Medie Imprese (PMI) – Sabatini Green, con un costo complessivo pari a 320 milioni

Obiettivo della misura è favorire la transizione energetica delle PMI italiane nei processi di attivazione, consolidamento e modernizzazione di modelli produttivi basati su un utilizzo più razionale, efficace e sostenibile delle risorse, con particolare attenzione all'adozione di soluzioni innovative sul piano tecnologico e digitale, che consentano la realizzazione di programmi di investimento diretti alla autoproduzione di energia da fonti rinnovabili e all’ottimizzazione dei consumi energetici, funzionali ad una riduzione significativa dei costi energetici di produzione, nonché a garantire la sostenibilità ambientale del ciclo produttivo. 

Rispetto ai Crediti d’imposta sopra citati, il target di imprese è circoscritto alle micro, piccole e medie imprese (PMI) operanti in quasi tutti i settori produttivi. Tale tipologia di imprese, che numericamente costituisce oltre il 99% del tessuto produttivo italiano, continua ad imbattersi in difficoltà di accesso al credito. Allo scopo di assicurare la più ampia pervasività dell’intervento, è stato ipotizzato un meccanismo operativo strutturato sullo schema della “Nuova Sabatini”. In particolare, a fronte della concessione di un finanziamento bancario, all’impresa beneficiaria è riconosciuto un contributo a fondo perduto, parametrato a un tasso di interesse convenzionalmente assunto


MIGLIORAMENTO DELLE PRESTAZIONI E DELLA SOSTENIBILITA' NEI SETTORI AGROALIMENTARE, ZOOTECNICO, PESCA E ACQUACOLTURA, SILVICOLTURA, FLORICOLTURA E VIVAISMO

Presentata dal MASAF è, invece, la misura volta al miglioramento delle prestazioni e della sostenibilità nei settori agroalimentare, zootecnico, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo, con una dotazione complessiva di 400 Milioni di euro

Gli obiettivi REPowerEU a cui la misura mira sono quelli di diversificazione degli approvvigionamenti, di promozione dell’efficienza energetica e di contrasto alla povertà energetica. Più in dettaglio, la misura intende supportare su larga scala investimenti innovativi che favoriscano il risparmio energetico e idrico, la riduzione dell'impiego di sostanze chimiche ed in generale l’abbattimento del consumo di risorse naturali, affiancando così la misura PNRR M2C1-I.2.3 “Innovazione e meccanizzazione” destinata ad un ampio numero di beneficiari per investimenti di piccola dimensione non eccedenti l’importo di 70.000 euro. 


Gli interventi potranno essere orientati alla realizzazione e utilizzo di: 

  • impianti fotovoltaici e impianti solari per l’energia termica destinati all’autoconsumo; 
  • acquisto di mezzi, macchine ed attrezzature a zero emissioni, sia elettriche che a biometano; 
  • interventi per la riduzione dei volumi d’acqua utilizzati e delle perdite idriche; 
  • soluzioni di economia circolare, basate su soft engineering (es. SuDS - sustainable drainage systems) e nature-based per ridurre l’utilizzo dell’energia e della risorsa idrica; 
  • soluzioni innovative basate sulle tecnologie digitali come IoT, AI, per agricoltura 4.0.


Al fine di incentivare l’aggregazione e le sinergie tra imprese, l’intervento sarà attuato tramite la sottoscrizione di strumenti analoghi ai contratti di sviluppo

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