Tutela della proprietà intellettuale e innovazione tecnologica. Intervista al Professor Davide Russo - Prima Parte
26 Gennaio 2022
Davide Russo è professore associato all'Università di Bergamo, Facoltà di Ingegneria Gestionale, dell’Informazione e della Produzione, ed è anche Amministratore Delegato della società Trix srl, nata nel 2020 come spin off accademico, oggi parte di Warrant Hub - Tinexta Group.
La proprietà intellettuale è l’insieme di tutti quei diritti legali che hanno l’obiettivo di proteggere il frutto dell’inventiva, della creatività e del know-how tecnico-scientifico che aziende, professionisti o artisti sono in grado di concepire. Tutelare la proprietà intellettuale significa proteggere l’idea, condurla verso la sua migliore realizzazione e consentirne la diffusione, impedendo forme di concorrenza sleale.
È un argomento molto ampio, complesso, che interessa direttamente chi fa impresa, e che richiede una conoscenza specifica ed approfondita.
In questo articolo riportiamo il contenuto dell’intervista fatta nel gennaio 2022 al Professor Davide Russo, esperto di cultura brevettuale, e vengono introdotti alcuni punti fondamentali, come:
- Relazione fra proprietà intellettuale e innovazione tecnologica;
- Requisiti necessari per il deposito di un brevetto;
- Durata dei titoli legali;
- Differenza fra diritto industriale e diritto d’autore;
- Significato di violazione della proprietà intellettuale;
- Per chi è importante acquisire competenze in materia di proprietà intellettuale.
Il legame fra intellectual property e sviluppo aziendale in ottica di innovazione tecnologica è molto stretto e sempre più indissolubile: grandi aziende, PMI, come anche professionisti, grazie ad una adeguata conoscenza in materia, possono suggellare il proprio valore e proteggere il futuro della loro attività, sia in ambito nazionale che internazionale.
Qual è la relazione fra proprietà intellettuale e innovazione tecnologica?
Un'azienda che vuole fare innovazione ed incrementare la competitività, ha bisogno di proteggere le proprie idee.
In fase di prototipizzazione ad esempio, un’idea innovativa viene condivisa per potersi avvalere di servizi specialistici utili alla sua realizzazione o messa a punto, oppure per accedere a finanziamenti.
Ebbene, se non si dispone di forme di tutela, se non si è provveduto a depositare la domanda di brevetto, raccontare quell’idea a terzi potrebbe ledere la sua peculiare caratteristica di novità. (detta anche “tutela dell’innovazione”, NdR).
Ma questo è solo il motivo più pratico che unisce proprietà intellettuale e innovazione.
Il brevetto ad esempio, oltre ad essere strumento di tutela del prodotto, è un asset intangibile rilevante in fase di due diligence, specialmente nel caso di start-up, ed in generale per tutte le strategie di natura finanziaria. Dunque, oltre all’aspetto tecnico, le forme di tutela della proprietà intellettuale hanno a che fare con l’attendibilità tecnico-scientifica: un’azienda con molti brevetti ha una credibilità maggiore sul mercato.
Vanno anche considerate le misure di sostegno economico e fiscale messe in campo per incentivare lo sviluppo della cultura imprenditoriale e la valorizzazione dei risultati di ricerca, dove spesso il fatto di possedere brevetti è condizione necessaria all’accesso.
Molte aziende nel mondo hanno capito quanto sia stretto il legame fra proprietà intellettuale e innovazione, basti pensare che le Banche Dati Brevetti contano oggi oltre 120 milioni di documenti fra brevetti, marchi e modelli di utilità.
Come si dimostra la proprietà intellettuale di un’idea?
Bisogna innanzitutto che siano rispettati i 3 requisiti di brevettabilità.
1. Novità: l’idea deve essere nuova per chiunque, nessuno deve averla mai pensata prima, almeno non in forma pubblica.
2. Attività inventiva: la nuova idea non deve essere banale per un esperto del settore. Questo requisito è molto importante ed anche il più difficile da dimostrare.
3. Industrialità: l’idea deve essere lecita ed industrializzabile.
Stabilire se questi requisiti siano soddisfatti è compito di un esperto preposto dell’Ufficio Brevetti della nazione in cui avviene il deposito, - nel caso dell’Italia è un membro dell’European Patent Office - che fa un’analisi puntuale su ogni domanda di brevetto e rilascia un parere positivo o negativo.
In ogni caso, già l’atto stesso di deposito, indipendentemente dall’esito della procedura, dà diritto al proprietario dell’idea alla forma di tutela detta patent pending, che si esprime graficamente con i simboli (™) - Trade Mark, utilizzato principalmente nei paesi anglosassoni - o ®, più diffuso, ed usato anche in Italia.
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