Transizione 4.0 di nuovo in primo piano: in arrivo un potenziamento degli incentivi

20 Dicembre 2022

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Stupisce senz’altro l’assenza di qualsivoglia previsione sugli incentivi del Piano Transizione 4.0 nell’ambito del disegno di Legge di Bilancio 2023 presentato dal Governo Meloni lo scorso 29 novembre.

In particolare, risulta quanto meno sui generis come il Bonus formazione 4.0 in scadenza al 31 dicembre 2022 sia stato oggetto lo scorso maggio di una significativa ed articolata revisione, inopinatamente non ancora pienamente operativa a causa dei ritardi delle norme attuative, senza la previsione di una proroga.

Per il Credito d’imposta R&S Innovazione e Design, a parere di chi scrive, il drastico décalage delle aliquote a decorrere dal 2023 dovrebbe essere rimodulato in modo da premiare maggiormente le imprese più virtuose in termini di innovazione, pertanto sarebbe opportuno incrementare l’aliquota agevolativa quanto meno per la R&S, per l’innovazione 4.0 e green. In particolare, si segnala che per il 2023, allo stato attuale è stata prevista la stessa aliquota (10%) per R&S, Innovazione tecnologica semplice, Innovazione tecnologica 4.0/green e Design.

Con riferimento al Credito per investimenti in beni strumentali, in considerazione della difficile situazione economica derivante dalle recenti contingenze pandemiche e belliche, sarebbe auspicabile posticipare la severa diminuzione delle aliquote agevolative prevista dalla Legge di Bilancio 2022, con decorrenza 2023, al fine di non vanificare il vantaggio acquisito dal nostro Paese grazie alla straordinaria crescita realizzata nel 2021.

Peraltro, le imprese italiane hanno la più elevata propensione in Europa ad innovare macchinari e attrezzature, ma investono meno dei principali competitor europei nelle diverse tipologie di asset intangibili. Gli incentivi, in particolare quelli fiscali a 
procedura automatica, possono rivelarsi strumenti efficaci per colmare rapidamente questo gap che limita la competitività del sistema produttivo italiano. Sarebbe, pertanto, auspicabile mantenere almeno per il 2023 l’aliquota incentivante del 50% 
per gli investimenti in beni immateriali 4.0, già prevista dal Decreto Aiuti, per gli investimenti effettuati a decorrere dal 1° gennaio 2022 e fino al 31 dicembre 2022 ovvero entro il 30 giugno 2023, a condizione che entro il 2022 il relativo ordine risulti 
accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione. Si ricorda che, per l’eventualità in cui non siano previste proroghe, a fronte di investimenti di competenza del primo semestre 2023, 
risulta conveniente “prenotare” il regime del 50% con acconto almeno del 20% entro l’anno; viceversa, si dovrebbe applicare un’aliquota di ben 30 punti percentuali inferiore (20%).


Se il disegno di Legge di Bilancio 2023 nulla prevede sul Piano Transizione 4.0, svariati sono gli emendamenti 
presentati al disegno della Manovra. 

A titolo esemplificativo, è stato proposto che la fruizione delle diverse misure di sostegno previste per la Transizione 4.0 e l’internazionalizzazione delle imprese sia subordinata al rispetto di condizionalità relative ai livelli occupazionali.

In relazione al Credito d’imposta a favore degli investimenti in beni strumentali, delle attività di ricerca e sviluppo e di innovazione, sono stati caldeggiati importanti innalzamenti dell’agevolazione.

Con riferimento al Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali materiali 4.0, dalla maggioranza è stata suggerita la proroga al 31 dicembre (in luogo del 30 giugno) 2023 dei termini per la consegna dei beni ordinati entro il 31 dicembre 2022.

Circa il Credito d’imposta maggiorato sino al 45% per gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo nelle regioni del Mezzogiorno (per le imprese operanti nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia), attivo sino al 2022, il Governo ha prospettato una proroga.

Ora non rimane che attendere: a giorni dovrà infatti essere approvato il testo definitivo della Manovra. Allo stato attuale sono ancora sub judice gli emendamenti proposti sul Piano Transizione 4.0 che, peraltro, costituisce una pietra miliare della strategia complessiva del Piano Nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) volta ad accrescere la produttività, la competitività e la sostenibilità delle imprese.

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT, ex MiSE) ha recentissimamente pubblicato un dossier sullo stato di attuazione degli interventi di competenza del MIMIT nell’ambito del PNRR e del Piano nazionale complementare (PNC), aggiornato a novembre 2022.

Agli incentivi fiscali 2020-2022 inclusi nel Piano Transizione 4.0 sono destinati 13,381 miliardi di euro a valere sulle risorse PNRR e 5,08 miliardi a valere sulle risorse del PNC, in vista del raggiungimento di specifici target: entro giugno 2024, la concessione di almeno 69.900 crediti d'imposta alle imprese, sulla base delle dichiarazioni dei redditi presentate tra il 2021 e il 2022; entro giugno 2025, la concessione di almeno 111.700 crediti d'imposta alle imprese, sulla base delle dichiarazioni dei redditi presentate tra il 2021 e il 2023.

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Ad oggi, per il MIMIT, gli unici dati disponibili, tra quelli utili al fine di monitorare il raggiungimento dei target, si riferiscono ai crediti d’imposta maturati nel corso del periodo 2020, sulla base delle dichiarazioni dei redditi. Complessivamente sono maturati, alla data a cui si riferiscono le dichiarazioni 2021, crediti d’imposta per 2,2 miliardi di euro per 48.536 imprese, come emerge dalla tabella che segue:


Numero di beneficiari ed importi maturati

(in euro)

Credito maturato PNRR

(in euro)

Beneficiari anno 2020 (provvisorio)

Target          PNRR Q2 2024: beneficiari per anni 2020-2021

Credito

Medio

BENI

MATERIALI 4.0

963.258.612

15.908

17.700

60.552

BENI IMMATERIALI

4.0

20.224.619

3.572

27.300

5.662

BENI

MATERIALI               E

IMMATERIALI TRADIZIONALI

7.409.564

4.348

13.600

1.704

BENI STRUMENTALI TOTALE immediatamente imputabile a PNRR

990.892.795

23.828


41.585

R&D&I

805.162.237

14.044

10.300

57.331

FORMAZIONE 4.0

430.346.100

10.664

1.000

40.355

TOTALE (inclusi crediti imputabili

dal 2021)

2.226.401.132

48.536

69.900

45.871


Interessanti sono i dati che possono evincersi, non sempre coerenti con le attese.

Per quanto concerne il Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali, risulta palese il maggior orientamento delle imprese ad investire in beni materiali 4.0 (15.908, rispetto al sotto target al T2 2024 di 17.700) piuttosto che in beni immateriali, siano essi 4.0 (3.572, rispetto al sotto target al T2 2024 di 27.300) o tradizionali (4.348, rispetto ad un sotto target al T2 2024 di 13.600).

A ben vedere, con specifico riferimento ai beni immateriali tradizionali, i dati sono riferibili esclusivamente a una porzione del periodo d’imposta 2020 (16 novembre-31 dicembre 2020).

Con riferimento ai beni immateriali 4.0, invece, con l’obiettivo di apportare un’accelerazione degli investimenti, l’art. 21 del Decreto Aiuti (D.L. 50/2022) ha incrementato l’aliquota del Credito d’imposta per i beni strumentali immateriali 4.0 dal 20 al 50% per gli investimenti effettuati a decorrere dal 1° gennaio 2022 e fino al 31 dicembre 2022 ovvero entro il 30 giugno 2023, a condizione che entro il 2022 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.

Il Credito di imposta per i beni materiali 4.0, invece, è stato utilizzato già da 15.908 imprese a fronte di un obiettivo per l’intero biennio 2021-2022 di 17.700: il target è quindi pressoché già raggiunto.

Per quanto attiene, invece, alle altre misure del Piano, seppure le risorse PNRR siano destinate a tali categorie di Crediti d’imposta solo a partire dal periodo 2021, va notato come nel 2020 le imprese abbiano comunque fatto ricorso in misura superiore alle attese ai Crediti d’imposta per gli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione e design (16.787, rispetto al sotto target al T2 2024 di 10.300) e formazione 4.0 (10.705, rispetto al sotto target al T2 2024 di 1.000).

Se, per quanto concerne Transizione 4.0, il PNRR inerisce agli investimenti 2020-2022, il Piano prosegue anche per gli anni futuri (sino al 2025 e, per la R&S, sino al 2031) seppur con intensità ridotte dal 2023, eccezion fatta – almeno ad oggi – per il Credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali tradizionali e per il Credito d’imposta formazione 4.0 che si interrompono nel 2022.

Secondo quanto riferito dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Urso, sono in corso interlocuzioni con la Commissione UE per il "rifinanziamento, assolutamente necessario, del Piano". L'obiettivo, ha specificato, è “consentirci di utilizzare le risorse del PNRR anche dopo la scadenza del 31 dicembre di quest'anno. Sappiamo che lo strumento del Credito d'imposta utilizzato attraverso le varie misure comprensive del Piano 4.0 è molto apprezzato dalle imprese e vogliamo intensificarne il sostegno". “Abbiamo una riserva di risorse finanziarie del Pnrr del piano Transizione 4.0, particolarmente importante. Sono rimasti tre miliardi e 800 milioni di euro non utilizzati malgrado le imprese abbiano molto attivato i meccanismi del credito d'imposta riferito a questa materia così significativa, che riguarda l'innovazione ecologica, la digitalizzazione, cioè la transizione, appunto, ecologica e digitale. Chiederemo, in un confronto direi costruttivo, certamente sereno, con la Commissione europea, di poter utilizzare queste risorse per gli stessi strumenti che erano stati programmati, in un tempo più lungo" mantenendo le stesse aliquote agevolative del 2022.

Il Ministro si è mostrato ottimista in merito al risultato delle interlocuzioni. Il dialogo è necessario in quanto le risorse inutilizzate andrebber perse, secondo quanto previsto in fase di definizione delle regole di finanziamento dei Piani degli Stati membri.

A parere di chi scrive, la mancata spesa richiede in ogni caso profonde riflessioni e valutazioni per comprendere pienamente le ragioni e conseguentemente apporre correttivi alle difficoltà delle imprese ad accedere con fiducia agli incentivi.

Indipendentemente dal risultato dell’interlocuzione con la Commissione, Urso ha anticipato che il Governo presenterà già ad inizio 2023 un disegno legge di riforma degli incentivi a sostegno delle imprese, che coinvolgerà anche lo stesso Piano Transizione 4.0. L’affinamento degli strumenti, precisa il ministro, ”partirà dall’esperienza delle imprese e dai dati relativi al tiraggio di ciascun strumento del Piano”. Se così fosse, si intravedono spiragli anche per il rifinanziamento del Credito d’imposta Formazione 4.0.

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