Gli incentivi per gli investimenti delle imprese in Manovra 2022

23 Novembre 2021

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Servizio: Finanza agevolata

Sono settimane decisive per il sistema economico italiano: la Manovra 2022 sta prendendo forma e concretezza. In particolare, dopo l’approvazione di una prima bozza da parte del Consiglio dei Ministri lo scorso 28 ottobre, è stato condotto un alacre lavorio di revisione del testo della Manovra 2022. Una nuova bozza di disegno di Legge di Bilancio 2022 è emersa negli ultimi giorni, nonostante il notevole ritardo rispetto alla deadline del 20 ottobre entro la quale il documento avrebbe dovuto essere trasmesso alle Camere.


Pur in attesa che si compia l’iter parlamentare, colpisce immediatamente come il disegno di Legge di Bilancio 2022 rechi senz’altro il rilevante pregio di abbandonare, finalmente, il meccanismo dei precari rinnovi annuali delle discipline incentivanti, su cui una programmazione strutturata degli investimenti di certo non può poggiare.


Nell’ambito della relazione tecnica della Manovra approdata in Senato, emergono anche gli effetti finanziari delle ampie proroghe ivi contenute. In particolare, per la proroga pluriennale del Piano Transizione 4.0, sono allocati oltre 14,149 miliardi di euro di risorse. Più in dettaglio, sono contemplati 6,827 miliardi per il Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali 4.0 per il triennio 2023-2025 e 7,276 miliardi complessivi per il Credito d’imposta R&S Innovazione Design sino 2023-2025/2031. Per coglierne la portata, basti pensare che tra PNRR e fondo complementare oggi vigenti, è previsto uno stanziamento di 18,8 miliardi, variamente distribuito tra tutte le misure del Piano Transizione 4.0, per il solo biennio 2020-2022. Era effettivamente prevedibile che la dotazione della Legge di Bilancio di prossima adozione potesse essere inferiore rispetto a quella prevista dalla Legge di Bilancio 2021, considerando che l’ultima Manovra poteva fare affidamento anche sulle risorse straordinarie promananti dal Recovery Fund. A nostro avviso, tuttavia, è opinabile la scelta governativa di non puntare più sul Bonus Formazione 4.0 e sul Credito d’imposta per investimenti materiali e immateriali ordinari (non 4.0), che pertanto giungeranno al capolinea nel 2022, salvo emergano cambiamenti in sede parlamentare.


Qui di seguito, si riporta una panoramica delle principali novità incentivanti per le imprese contenute nella bozza di disegno di Legge di Bilancio 2022 del 10 novembre u.s.


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PROROGA DEL CREDITO D’IMPOSTA PER INVESTIMENTI IN BENI STRUMENTALI 4.0

Nessuna proroga in vista per il Credito d’imposta sui beni strumentali ordinari non 4.0 (ex “superammortamento”), la cui era dovrebbe pertanto concludersi il 31 dicembre 2022, ovvero il 30 giugno 2023 in caso di accettazione dell’ordine e pagamento di acconti almeno pari al 20% del costo di acquisizione entro il 2022. Per gli investimenti 4.0, invece, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese in chiave Industria 4.0, il Credito d’imposta è prorogato sino al 2025, con possibili code di investimento entro il 30 giungo 2026, secondo la seguente articolazione:


INVESTIMENTI MATERIALI 4.0 (allegato A annesso alla Legge di Bilancio 2017)

INTENSITA’ DEL CREDITO D’IMPOSTA E LIMITI COSTI AGEVOLABILI

Investimenti a decorrere dal 1° gennaio 2023 e fino al 31 dicembre 2025, ovvero entro il 30 giugno 2026 (con accettazione dell’ordine e pagamento di acconti almeno pari al 20% del costo di acquisizione entro il 2025)

20% del costo, per la quota di investimenti fino a € 2,5 milioni,

10% del costo, per la quota di investimenti superiori a € 2,5 milioni e fino a € 10 milioni,

5% del costo, per la quota di investimenti superiori a € 10 milioni e fino al limite massimo di costi complessivamente ammissibili pari a € 20 milioni

INVESTIMENTI IMMATERIALI 4.0 (allegato B annesso alla Legge di Bilancio 2017)

INTENSITA’ DEL CREDITO D’IMPOSTA E LIMITI COSTI AGEVOLABILI

Investimenti a decorrere dal 16 novembre 2020 e fino al 31 dicembre 2023, ovvero entro il 30 giugno 2024 (con accettazione dell’ordine e pagamento di acconti almeno pari al 20% del costo di acquisizione entro il 2023)

20% del costo, nel limite massimo annuale di costi ammissibili pari a 1 milione di euro

Investimenti a decorrere dal 1° gennaio 2024 e fino al 31 dicembre 2024, ovvero entro il 30 giugno 2025 (con accettazione dell’ordine e pagamento di acconti almeno pari al 20% del costo di acquisizione entro il 2024)

15% del costo, nel limite massimo di costi ammissibili pari a 1 milione di euro

Investimenti a decorrere dal 1° gennaio 2025 e fino al 31 dicembre 2025, ovvero entro il 30 giugno 2026 (con accettazione dell’ordine e pagamento di acconti almeno pari al 20% del costo di acquisizione entro il 2025)

10% del costo, nel limite massimo di costi ammissibili pari a 1 milione di euro


PROROGA DEL CREDITO D’IMPOSTA R&S INNOVAZIONE E DESIGN

E’ prevista la proroga del Credito d’imposta R&S Innovazione e Design, introdotto dalla Legge di Bilancio 2020 e modificato dalla Legge di Bilancio 2021, sino al 2025 (per le attività di R&S addirittura sino al 2031) con aliquote decrescenti ma massimali di beneficio talora incrementati, come segue:


INVESTIMENTI IN R&S

INTENSITA’ E MASSIMALI DEL CREDITO D’IMPOSTA

Fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2022

20% della relativa base di calcolo, nel limite massimo annuale di 4 milioni di euro

Dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2022 e fino a quello in corso al 31 dicembre 2031

10% della relativa base di calcolo, nel limite massimo annuale di 5 milioni di euro

INVESTIMENTI IN INNOVAZIONE TECNOLOGICA

INTENSITA’ E MASSIMALI DEL CREDITO D’IMPOSTA

Fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2023

10% della relativa base di calcolo, nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro

Dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023 e fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2025

5% della relativa base di calcolo, nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro

INVESTIMENTI IN INNOVAZIONE TECNOLOGICA 4.0 E GREEN

INTENSITA’ E MASSIMALI DEL CREDITO D’IMPOSTA

Fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2022

15% della relativa base di calcolo, nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro

Per il periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2022

10% della relativa base di calcolo, nel limite massimo annuale di 4 milioni di euro

Dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023 e fino a quello in corso al 31 dicembre 2025

5% della relativa base di calcolo, nel limite massimo annuale di 4 milioni di euro

INVESTIMENTI IN DESIGN

INTENSITA’ E MASSIMALI DEL CREDITO D’IMPOSTA

Fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2023

10% della relativa base di calcolo, nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro

Dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023 e fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2025

5% della relativa base di calcolo, nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro

Nessuna estensione temporale è stata prevista, al momento, per il Credito d’imposta R&S maggiorato per il Mezzogiorno, introdotto dal Decreto Rilancio (DL 34/2020) per il 2020 e prorogato sino al 2022 dalla Legge di Bilancio 2021.


CREDITO D’IMPOSTA INVESTIMENTI NEL MEZZOGIORNO

Nessuna proroga in vista, oltre il 2022, nemmeno per il Credito d’imposta SUD. Il Governo ha, tuttavia, apportato correttivi senza i quali il bonus avrebbe rischiato di rimanere incagliato per il suo ultimo anno di vigenza, alla luce dell’adozione della nuova Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027 ad oggi non contemplata dalla disciplina incentivante. In virtù del disegno di Manovra 2022, come da ultimo modificato, occorrerà fare riferimento alla Carta degli aiuti a finalità regionale 2014-2020 quanto alle intensità incentivanti e alla Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027 quanto alle zone eleggibili, ossia le zone assistite delle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna e Molise, ammissibili alle deroghe previste dall'articolo 107, paragrafo 3, lettera a), del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, e le zone assistite della regione Abruzzo, ammissibili alle deroghe previste dall'articolo 107, paragrafo 3, lettera c), del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea. L’Abruzzo rimane, pertanto, l’unica Regione in transizione ammissibile solo parzialmente.


Rifinanziamento della misura “Nuova Sabatini”

Al fine di assicurare continuità alle misure di sostegno agli investimenti produttivi delle micro, piccole e medie imprese, è previsto il rifinanziamento della Sabatini. Nell’ultima versione del disegno di Manovra, il rifinanziamento si attesta a 900 milioni fino al 2027; si tratta di importi inferiori rispetto alla precedente bozza, nella quale erano previsti 1.080 milioni fino al 2026. Vengono ripristinate, inoltre, modalità di accesso al contributo più restrittive: l’erogazione in un’unica soluzione sarà ammessa solo per finanziamenti fino a 200.000 euro.


Potenziamento dell’internazionalizzazione delle imprese

Per il sostegno all’internazionalizzazione delle imprese italiane tramite SIMEST, sono assegnati 8,2 miliardi fino al 2026. Dal 2022 al 2026, ogni anno, il fondo L.394/81 avrà a disposizione 1,5 miliardi di euro per i finanziamenti agevolati. Al contempo giungono 150 milioni di euro annui per il medesimo periodo, per la concessione dei cofinanziamenti a fondo perduto in favore delle «iniziative caratterizzate da specifiche finalità» o indirizzate verso «settori o aree geografiche ritenuti prioritari».


FONDO DI GARANZIA PER LE PMI

Il disegno di Legge di Bilancio 2022 stanzia altri 3 miliardi, fino al 2027, per quanto riguarda il Fondo di Garanzia per le PMI. In particolare, il disegno di Legge di Bilancio conferma fino al 30 giugno 2022 il regime straordinario del Fondo, con alcune modifiche. Dal 1° gennaio 2022, per i piccoli prestiti fino a 30.000 euro, la copertura della garanzia scenderà dal 90% all’80%. Inoltre, a decorrere dal 1° aprile 2022, per il rilascio della garanzia è previsto il pagamento di una commissione, venendo pertanto meno la gratuità. Il disegno di Manovra 2022 tratteggia anche le modalità di funzionamento del Fondo di garanzia a decorrere dal 1° luglio 2022.


Fondo per il sostegno alla transizione industriale

Allo scopo di favorire l’adeguamento del sistema produttivo nazionale alle politiche europee in materia di lotta ai cambiamenti climatici, è istituito nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico il Fondo per il sostegno alla transizione industriale con una dotazione di 150 milioni di euro a decorrere dall’anno 2022. A valere sulle risorse del fondo possono essere concesse agevolazioni alle imprese, con particolare riguardo a quelle che operano in settori ad alta intensità energetica, per la realizzazione di investimenti per l’efficientamento energetico, per il riutilizzo per impieghi produttivi di materie prime e di materie riciclate, nonché per la cattura, il sequestro e il riutilizzo della CO2.


Fondo Italiano per il Clima

È istituito un Fondo rotativo con dotazione pari a 840 milioni per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026 e di 40 milioni di euro a decorrere dal 2027. Il Fondo è destinato al finanziamento di interventi a favore di soggetti privati e pubblici, volti a contribuire al raggiungimento degli obiettivi stabiliti nell’ambito degli accordi internazionali sul clima e tutela ambientale dei quali l’Italia è parte. Il Fondo può assumere capitale di rischio; erogare finanziamenti indiretti e diretti; erogare garanzie. Il Fondo può intervenire anche in cofinanziamento con istituzioni finanziarie europee, istituzioni finanziarie multinazionali e sovranazionali, fondi multilaterali di sviluppo.


Modifiche alla disciplina della rivalutazione dei beni e del riallineamento dei valori fiscali

Per la rivalutazione/riallineamento dei beni immateriali di cui all’articolo 110 del Decreto Agosto (DL 104/2020), l’impatto effettivo sui conti pubblici era stato in un primo momento sottostimato dal legislatore. Per fare fronte alle concrete esigenze finanziarie per la misura incentivante de qua, il disegno di Legge di Bilancio 2022 ha previsto che la deduzione del maggior valore venga diluita in 50 anni, salvo il pagamento di un’imposta sostitutiva al fine di poter operare la deduzione in misura non superiore ad un diciottesimo del costo o del valore, ai sensi dell’articolo 103 TUIR. L’imposta sostitutiva integrativa è commisurata a quella prevista dall’articolo 176 del Tuir (12% sulla parte dei maggiori valori ricompresi nel limite di 5 milioni di euro, del 14% sulla parte dei maggiori valori che eccede 5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro e del 16% sulla parte dei maggiori valori che eccede i 10 milioni di euro), al netto del 3% della sostitutiva per la rivalutazione.

A fronte dell’inattesa dilazione dello sconto fiscale, viene concessa alle imprese la possibilità di revocare, anche parzialmente, la rivalutazione al 3%, con restituzione della rata della sostitutiva già versata.


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