Azione e reazione al COVID-19

10 Aprile 2020

Per quanto concerne la liquidità è appena stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il cosiddetto “decreto liquidità”, che prevede di coprire, con una garanzia pubblica, 400 miliardi di prestiti alle imprese in difficoltà entro fine 2020. Si tratta di un provvedimento essenziale, ma sarà decisiva la velocità di esecuzione per avere l’erogazione dei finanziamenti alle imprese in tempi rapidi. Nel merito alcune scelte del Governo lasciano perplessi, ad esempio, il doppio ruolo affidato a Fondo di garanzia Pmi e Sace (Cdp) come garanti dei prestiti in base alla richiesta e alla grandezza dell’impresa, soprattutto in un momento in cui serve ridurre al minimo la complessità e gli oneri burocratici. Anche la durata dei finanziamenti garantiti, limitata a sei anni, potrebbe risultare inadeguata. In ogni caso sarà decisivo adottare subito procedure di valutazione semplificate, altrimenti si rischia di congestionare il meccanismo di erogazione dei finanziamenti, considerato che, il sistema bancario, in questo periodo, tra orari ridotti, “smart working” e tagli del personale, potrebbe non riuscire ad evadere le richieste in tempo utile.


Dopo aver garantito liquidità al sistema economico sarà necessario programmare la cosiddetta “Fase 2”, cioè la riapertura in sicurezza delle attività produttive. Anche questo passaggio dovrà essere organizzato accuratamente ed eseguito in modo corretto da tutti gli attori coinvolti, al fine di non vanificare gli sforzi fino ad ora compiuti.


In ultimo, auspicabilmente già nel prossimo Decreto di maggio, si dovrà intervenire per rilanciare gli investimenti. In particolare, per quanto concerne quelli privati, sarebbe intelligente partire dal rafforzamento di uno strumento già esistente, il Piano Transizione 4.0. Considerato che gli investimenti previsti per i primi mesi dell’anno in corso saranno molto inferiori alle attese, si potrebbero aumentare le intensità di aiuto attualmente previste, ridistribuendo sul secondo semestre i 7 miliardi allocati dalla legge di bilancio per l’intero 2020 e avere, pertanto, un sostanziale rafforzamento del piano senza aggiungere molte nuove risorse. Più nello specifico, il Piano Transizione 4.0, dovrebbe abbracciare un orizzonte temporale di almeno tre anni e, anche in base ai dati di cui disponiamo, potrebbe essere così rimodulato...

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