Nuovo credito d'imposta 2014-2016 per la Ricerca e Sviluppo


"Le ultimissime bozze rilanciano ancora una volta la possibilità di introdurre un credito di imposta triennale alla ricerca: non mancano gli ostacoli in termini di copertura ma il dialogo con la Ragioneria dello Stato non si sarebbe mai esaurito e la misura, almeno in un formato "light", potrebbe essere presentata come un volàno sia per le imprese italiane sia per gli investitori esteri.

L'ipotesi di lavoro verte sempre su un bonus fiscale per il 2014, 2015 e 2016 pari al 50% degli incrementi annuali di spesa nel settore ricerca e sviluppo fino ad un importo massimo di 2,5 milioni di euro per ciascun beneficiario.”


Così recita Il SOLE24 Ore dello scorso 11 ottobre in merito al nuovo credito d'imposta in discussione presso il Ministero dello Sviluppo Economico.

"Il credito d'imposta sarebbe riconosciuto alle imprese che, in ciascuno dei periodi imposta considerati, iscrivano in bilancio spese per R&S almeno pari a 50mila euro. La relazione tecnica offre spunti particolarmente interessanti. L'effetto complessivo in termini di minore gettito per le casse dello Stato è stimato da 187 milioni per il 2014, a 134 del 2015, fino a 78 milioni per il 2016. Per il primo anno, il 60% del credito d'imposta complessivo dovrebbe andare alle Pmi. E, sempre per il 2014, si stimano investimenti in R&S aggiuntivi complessivamente per 600 milioni, con un incremento percentuale degli investimenti fissi lordi dello 0,2% e un incremento del Pil a prezzi correnti di 900 milioni (0,06%)."


Il testo in discussione al Ministero prevede che il credito debba essere indicato nella relativa dichiarazione dei redditi, non concorre alla formazione del reddito né della base imponibile Irap ed è utilizzabile ai fini dei versamenti Ires e Irap per il periodo d'imposta in cui le spese sono state sostenute. L'eventuale eccedenza è utilizzabile in compensazione con F24 dal mese successivo al termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi.

Sono ammissibili le attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale.
Ai fini della determinazione del credito si sommano le spese relative a:

  • Personale impiegato nell'attività di R&S
  • Quote di ammortamento di strumenti e attrezzature di laboratorio, in relazione alla misura e al periodo di utilizzo per l'attività di R&S e con costo unitario non inferiore a 2.000 €
  • Ricerca svolta in collaborazione con Università e organismi di ricerca, ricerca contrattuale, competenze tecniche e brevetti, sia acquisiti che ottenuti in licenza da fonti esterne (relativamente ai contratti di servizio e consulenza sono ammessi solo fornitori con Ateco 71.20.10 – collaudi a analisi tecniche dei prodotti, 72.1 – ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle scienze naturali e dell'ingegneria, 74.1 – attività di design specializzate.

Il plafond a copertura dell'intervento dovrebbe essere di 200 milioni di euro annui. Per accedere ai fondi le aziende dovranno presentare un'istanza telematica seguendo la procedura che è stata meglio definita dalla bozza del 23 settembre e che prevede 6 step di gestione attraverso una piattaforma web dedicata.

Le imprese richiedenti, non ammesse per esaurimento dei fondi disponibili, si vedranno attribuito un ordine di precedenza in base alla percentuale di incremento assegnata e, a parità di percentuale, in base alla data di invio dell'istanza telematica; sulla base di tale ordine verranno riallocate le successive risorse.

I controlli avverranno sulla base di apposita documentazione contabile, che dovrà essere certificata dal revisore legale o, in sua assenza, da un professionista indipendente (i costi per l'attestazione saranno ammissibili ai fini del bonus fino a un massimo di 5 mila euro).


Newsletter inviata il 17/10/2013


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