Manovra 2019: oltre l'iperammortamento, ecco il quadro degli altri incentivi per le imprese

Oltre al sostanziale depotenziamento della disciplina dei maxi-ammortamenti, la bozza della legge di Bilancio 2019 non contempla una proroga del credito di imposta per la formazione 4.0.
Numerosi esperti di tecnologie 4.0 stanno però sottolineando l’importanza di accompagnare la trasformazione digitale dei processi produttivi delle imprese con adeguati piani formativi volti ad accrescere le competenze tecnologiche del personale che dovrà poi utilizzare i nuovi impianti 4.0.
Sarebbe forse servito sperimentare il nuovo credito di imposta per la formazione 4.0 per almeno due o tre anni, al fine di comprendere la portata “dell’effetto incentivante” della misura nei piani formativi delle imprese.

Nella formulazione provvisoria della bozza di legge c’è anche il rifinanziamento della “Nuova Sabatini” (48 milioni per il 2019 e 100 milioni annui dal 2020 al 2022, 48 per il 2023), inizialmente non contemplata e i cui fondi sono ormai agli sgoccioli.

Inizialmente non previsto anche il rifinanziamento del piano straordinario del made in Italy: 90 milioni per il 2019 e 20 per il 2020.

Dovrebbero essere rifinanziati anche i contratti di sviluppo (210 milioni nel triennio 2019-2021) e gli interventi a supporto delle aree di crisi industriali complesse (150 milioni nel 2019-2020).

La bozza prevede anche una riduzione del massimale annuale del credito d’imposta R&S per beneficiario da 20 a 10 milioni (nella versione originaria il massimale del credito d’imposta era di 5 milioni). L’intervento pare inserirsi nel quadro di una revisione degli incentivi esistenti a favore delle imprese di minori dimensioni.
Sempre sul credito d’imposta R&S sono inoltre previsti ulteriori interventi di restyling che potrebbero riguardare l’intensità di aiuto di alcune voci di spesa, i materiali, forniture e altri prodotti analoghi direttamente impiegati nelle attività di ricerca e sviluppo, le attività di R&S commissionate ad imprese appartenenti al medesimo gruppo e la documentazione obbligatoria per l’accesso al credito d’imposta.

In questa fase sembra comunque prematuro giudicare l’effettiva portata di questi cambiamenti, serviranno certamente maggiori approfondimenti per comprendere appieno gli effetti concreti delle modifiche previste.

Ancora nell’ambito del piano Impresa 4.0 sembra invece rimanere invariata la disciplina agevolativa del Patent Box.

Sul versante fiscale, la mini-Ires (taglio dal 24 al 15%) dovrebbe produrre i suoi effetti anche se l’assunzione è a tempo determinato e solo se il personale assunto è destinato prevalentemente a strutture localizzate in Italia. Investimenti in immobili e veicoli saranno esclusi. Il calcolo dell’agevolazione sarà su base incrementale, il 2019 sarà confrontato con il 2018.
L’agevolazione sarà cumulabile con altri incentivi.
A pareggiare il costo per le casse dello stato della mini-Ires sarà l’abrogazione dell’Aiuto alla crescita economica (Ace), inoltre, piccole imprese non vedranno mai diventare pienamente operativa l’Imposta sul reddito degli imprenditori (Iri).

La bozza prevede poi il lancio di un “Fondo di sostegno ai fondi di venture capital” in cui lo Stato potrà sottoscrivere delle quote. Dotazione: 15 milioni per il 2019 e altrettanti per il 2020 e 5 milioni annui dal 2021 al 2025.
Nascerà anche un fondo per sostenere progetti sulla microelettronica: 60 milioni per il 2019-2020, poi 100 milioni annui fino al 2024.



Newsletter inviata il giorno 26/10/2018


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