Nuovo credito d'imposta 2014-2016 per la Ricerca e Sviluppo


E' allo studio del Ministero dello Sviluppo Economico un nuovo credito d'imposta per le attività di ricerca e sviluppo sugli investimenti effettuati nel triennio 2014/2016.

La bozza del Decreto del Fare Bis definita dal Ministero lo scorso 23 settembre prevede un beneficio pari al 50% del valore incrementale delle spese di R&S rispetto all'anno precedente, con un limite minimo di spese iscritte a Bilancio di 50.000 € e con un limite di credito d'imposta massimo di 2.500.000 €.


Il testo in discussione al Ministero prevede che il credito debba essere indicato nella relativa dichiarazione dei redditi, non concorre alla formazione del reddito né della base imponibile Irap ed è utilizzabile ai fini dei versamenti Ires e Irap per il periodo d'imposta in cui le spese sono state sostenute. L'eventuale eccedenza è utilizzabile in compensazione con F24 dal mese successivo al termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi.

Sono ammissibili le attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale.
Ai fini della determinazione del credito si sommano le spese relative a:

  • Personale impiegato nell'attività di R&S
  • Quote di ammortamento di strumenti e attrezzature di laboratorio, in relazione alla misura e al periodo di utilizzo per l'attività di R&S e con costo unitario non inferiore a 2.000 €
  • Ricerca svolta in collaborazione con Università e organismi di ricerca, ricerca contrattuale, competenze tecniche e brevetti, sia acquisiti che ottenuti in licenza da fonti esterne (relativamente ai contratti di servizio e consulenza sono ammessi solo fornitori con Ateco 71.20.10 – collaudi a analisi tecniche dei prodotti, 72.1 – ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle scienze naturali e dell’ingegneria, 74.1 – attività di design specializzate.

Il plafond a copertura dell'intervento dovrebbe essere di 200 milioni di euro annui. Per accedere ai fondi le aziende dovranno presentare un'istanza telematica seguendo la procedura che è stata meglio definita dalla bozza del 23 settembre e che prevede 6 step di gestione attraverso una piattaforma web dedicata.

Le imprese richiedenti, non ammesse per esaurimento dei fondi disponibili, si vedranno attribuito un ordine di precedenza in base alla percentuale di incremento assegnata; sulla base di tale ordine verranno riallocate le successive risorse.

I controlli avverranno sulla base di apposita documentazione contabile, che dovrà essere certificata dal revisore legale o, in sua assenza, da un professionista indipendente (i costi per l'attestazione saranno ammissibili ai fini del bonus fino a un massimo di 5 mila euro).


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