Modelli F24, contenenti crediti in compensazione, sottoposti a controllo preventivo

Per contrastare le indebite compensazioni, la legge di Bilancio 2018 ha previsto la possibilità per l’Amministrazione Finanziaria, in presenza di deleghe di pagamento contenenti compensazioni che hanno profili di rischio, di sospendere fino a 30 giorni l’esecuzione delle deleghe per verificare un eventuale indebito utilizzo dei crediti compensati.

In tal senso, con provvedimento del 28 Agosto 2018, l’Agenzia delle entrate ha definito le disposizioni attuative, individuando i criteri selettivi e le modalità per la sospensione dei modelli F24.

Analizzando i criteri selettivi dei modelli F24, contenuti nel provvedimento direttoriale, si fa riferimento:

  1. alla tipologia dei debiti pagati;
  2. alla tipologia dei crediti compensati;
  3. alla coerenza dei dati indicati nel modello F24;
  4. ai dati presenti nell’Anagrafe Tributaria o resi disponibili da altri enti pubblici, afferenti ai soggetti indicati nel modello F24;
  5. ad analoghe compensazioni effettuate in precedenza dai soggetti indicati nel modello F24;
  6. al pagamento di debiti iscritti a ruolo, di cui all’articolo 31, comma 1, del decreto-legge 31 Maggio 2010, n. 78.

Da un punto di vista operativo, l’Agenzia comunica al contribuente che la delega di pagamento è stata sospesa. Nella stessa ricevuta sarà indicata anche la data di fine sospensione, che ad ogni modo non potrà essere superiore a 30 giorni rispetto alla data di invio del modello F24. Durante il periodo di sospensione il contribuente potrà inviare all’Amministrazione finanziaria elementi informativi utili ai fini dello sblocco. In assenza di comunicazione di scarto (entro 30 giorni dall’invio) l’F24 si considera valido, in caso contrario l’Agenzia comunica lo scarto del modello tramite apposita ricevuta motivata. In quest’ultimo caso, tutti i pagamenti e le compensazioni contenuti nel modello F24 scartato si considerano non eseguiti.

In questa sede, si vuole sottolineare l’estrema genericità dei criteri definiti dal provvedimento direttoriale, che difatti non delinea l’ambito di applicazione del provvedimento e quindi non definisce puntualmente i profili di rischio che comporterebbero l’avvio della procedura di sospensione. Pertanto, come sottolineato da Marco Cuchel, Presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti, “sarebbe opportuno che l’Agenzia delle Entrate provvedesse a definire diversamente i criteri per la sospensione delle compensazioni, delineando quali siano i profili di rischio, ciò al fine di non compromettere, in alcun modo, l’utilizzo legittimo delle compensazioni”.



Newsletter inviata il giorno 06/09/2018


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